mercoledì 2 marzo 2011

Il parere dei demodoxaloghi

Sulle vicende relative all'insurrezione in Libia contro il dittatore Muammar Gheddafi l'opinione pubblica mondiale ancora non è in grado di dare un parere basato su informazioni sicure e veritiere. Pur vivendo nell'epoca del predominio della globalizzazione delle informazioni non abbiamo resoconti, foto o filmati in grado di mostrare quello che realmente accade. Ovvero, abbiamo delle informazioni ma risultano taroccate, come la cerimonia al cimitero fatta passare come l'esposizione di libici fucilati o i presunti bombardamenti non avvalorati dagli italiani rientrati in Patria. Di certo abbiamo visto in tv manifestanti e scontri dell'una come dell'altra parte ma rivedendo gli ultimi scontri avvenuti a Roma, con camionette incendiate o rovesciate, vetrine infrante, dimostranti aggrediti, ecc., chiunque dall'altra parte del mare avrebbe potuto pensare a prove di rivoluzione.
In momenti come questi c'è sempre incertezza e le fazioni divulgano informazioni false a sostegno delle proprie ragioni, una tale prassi fa parte della strategia insurrezionale.
Secondo il demodoxalogo Francesco Bergamo, direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, (http://www.demodossalogia.it/) "i fatti mostrati dalla televisione rientrano in una precisa strategia della comunicazione [...] La tecnica di creare il caso ed ingigantirlo fu creata da Samuel Adams grande comunicatore con il Boston Tea Party". E' accaduto con  Imelda Marcos, Ceausescu, Arafat, Reza Palevi ed altri. L'Iraq fu invasa accusando Saddam di possedere missili a lunga gittata e di preparare la bomba atomica.
La caduta dei tre regimi arabo-mediterranei (Tunisia, Egitto e Libia), quasi contemporaneamente, rientra certamente in un ciclo storico-ambientale ineluttabile, agente per imitazione, ma l'innesco alla sommossa oltre al momento maturo (quello definito moderno dai demodoxaloghi, vedasi Antonella Liberati) è stato agevolato da tre fattori tradizionali: un ideologo, un finanziatore e un comandante. Qualcuno cita Gene Sharp l'autore di From Dictatorschip to Democracy, i cui metodi sono stati applicati in Serbia, Ucraina, Georgia, Kyrgyzstan. I suoi libri a Mosca sono stati bruciati e Hugo Chavez l'ha accusato di essere l'istigatore delle rivolte in Venezuela. Sharp , docente alla Harvard University, è considerato il padre della strategia non convenzionale di supporto esterno alla lotta non violenta (una specie di organizzazione Gladio).
Ma dietro ogni avvenimento c'è un cui prodest? Se l'è chiesto il demodoxalogo Valter Bay, un allievo di Adriano Magi-Braschi, che constando le ricadute sul taglio "dei rifornimenti petroliferi all'Europa intera (gas, petrolio, Algeria, Golfo Persico) bloccando anche il canale di Suez e il gasdotto della Tunisia" ha avanzato le seguenti ipotesi:
- la Russia potrebbe strangolare l'Europa occidentale alzando i prezzi del proprio gas
- l'Inghilterra potrebbe diventare competitiva con le forniture del Mare del Nord
- gli Usa demolendo l'Europa e l'euro potrebbero riprendere l'egemonia mondiale
- i rifornimenti, con la chiusura del canale, potrebbero essere dirottati verso la Cina in espansione industriale.
Stante quanto sopra il parere degli studiosi della Sidd si orienta verso una multi-opzione di interessi che stia facilitando gli avvenimenti, evidentemente preparati da tempo sul piano culturale di anelito alla democrazia e convenientemente finanziati ed organizzati.