mercoledì 23 marzo 2011

Una medaglia e un sigaro

"Pagare per fare all'amore è cattiva energia" ci consiglia uno spot pubblicitario televisivo e, in proposito, Silvio Berlusconi ha detto che lui non ha mai pagato una donna per fare all'amore. Essendo presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, che equivale a Cesare sommo imperatore degli antichi romani, c'è da credergli. Non è una frase di circostanza per difendersi nel processo Ruby ma il giuramento di una delle massime istituzioni italiane, quindi verità. Ma dalle carte sono emersi rivoli di denaro dal presidente verso fanciulle giovani e bellocce, a quale titolo? Aiuto tutti perchè sono buono di cuore, ha specificato il presidente, e una borsa di studio, un appartamentino, un gioielletto o una nomina politica non si negano a nessuno. Ai tempi della monarchia si ringraziavano i sudditi benemeriti con un sigaro e una croce di cavaliere, ma erano uomini. Per le donne è più adatto un gioiello che la medaglietta da cavaliere, mentre per il sigaro -Bill Clinton docet - esistono numerosi surrogati! Ma essendo Berlusconi un politico che si presenta alle elezioni lo sa che gratificare il proprio popolo votante, con qualsiasi mezzo, rientra nel reato di "voto di scambio"?
Il 17 per le città si sono viste bandiere tricolori, gente con la coccarda, inneggiamenti all'Italia e persino il canto dell'inno di Mameli. Eppure non c'erano in giro comizi di partito o cialtroni arruffapopolo sui palchi: è stata la manifestazione di un popolo, nella sua spontaneità e voglia di ritornare nelle piazze per riappropriarsi della volontà popolare, che, in altri termini, altro non è che la democrazia tramandataci dagli antichi greci. Essendo decine e decine di anni che non si vedevano scene - spontanee - come quelle citate (c'erano state adunate promosse da partiti e sindacati, anche prima di tangentopoli, ma tutte organizzate con tanto di attivisti) mi è venuto da dire: "Ma che son tornati i fascisti?"