martedì 17 maggio 2011

Doppia mascalzonata

La signora Letizia Moratti sindaco di Milano, garbata esponente della borghesia conservatrice meneghina, peraltro (a differenza del Sud) produttrice ed aperta socialmente, giunta al momento di concludere il dibattito elettorale con il suo antagonista, l'avv. Giuliano Pisapia, ha sostenuto che l'avversario era stato processato per furto d'auto ma assolto per prescrizione dei termini, quindi moralmente colpevole. Prima mascalzonata: la Moratti  ha detto il vero (Pisapia fu effettivamente assolto per prescrizione) ma non l'intera verità: Pisapia rifiutò l'assoluzione e andò avanti con il processo ottenendo l'assoluzione per non aver commesso il fatto.
Come demodoxaloghi abbiamo sempre detto che la verità/realtà ha più facce, non da tutti percepite. Chi per mancanza di approfondimento, chi per interesse nel bearsi della parte a lui comoda, chi per carenza di supporti d'informazione, e così via. Non è facile capire il movimentus basandosi solo su taluni momentum (post del 10 scorso).
Successivamente la Moratti ha spiegato la sua accusa inquadrandola con la biografia giovanile del suo antagonista: era un avvocato che difendeva, frequentandoli, gli estremisti di sinistra e andava a colazione con un certo  Donat Cattin, quindi  non può ora presentarsi come un borghese moderato, la moderata è lei! A parte il fatto che, per quanto ricordo, Donat Cattin Carlo (padre) fu un ministro democristiano di sinistra ma non un terrorista mentre il figlio un giovane appartenente a Prima Linea, accusato e processato per vari omicidi (a chi si riferiva la Moratti?) In quaranta e più anni il carattere e le spinte ideologiche possono anche cambiare (si pentì anche il figlio del ministro!).
La cosiddetta signora bene di Milano ha commesso una seconda mascalzonata, raffinata tecnologicamente secondo i dettami della scienza della comunicazione (e quindi preparata). Infatti autorevoli ricerche universitarie americane ed europee confermano che le ultime affermazioni esternate in un talk shaw rimangono mediamente impresse nella mente degli spettatori più delle altre argomentazioni. Lanciare un'accusa senza che l'avversario possa avere il diritto di replica immediata (alla fine e non nel corso del dibattito) è un colpo pubblicitario bene assestato ma dal punto di vista politico una mascalzonata vera e propria, oltretutto non improvvisata. Le eventuali successive smentite - dal punto di vista scientifico della comunicazione - non smentiscono nulla ma, anzi, amplificano il caso allargando il bacino di utenza del pubblico anche a chi non ne era venuto a conoscenza in prima battuta.