Prima di dar vita al partito personale Beppe Grillo aveva tentato, anni fa, di concorrere alle primarie del Pd; fallito lo scopo si è inventato il Movimento cinque stelle. Specialmente nell'Italia settentrionale sin dagli anni '60 dello scorso secolo, con un crescendo sempre più massiccio, erano sorti moltissimi movimenti civici autonomi che esprimevano qualche consigliere comunale; il comune denominatore era l'insofferenza verso il centralismo della politica che sapeva solo tassare ma non vedere le esigenze locali; la furbizia di Umberto Bossi fu quella di impossessarsi di una nascente formazione politica che stava federando l'insofferenza nordista. Con l'arrivo del prof. Gianfranco Miglio nel 1994 la Lega ebbe il suo teorico politico che seppe dare al movimento l'ossatura ideologica capace di resettare tutte le anime del movimento che erano, in un certo senso, rivoluzionarie in quanto separatiste.
Anche Silvio Berlusconi ebbe un prima: la rivolta dell'opinione pubblica contro i partiti fomentata proprio come capofila dal Tg4 di Emilio Fede seguito da tutti gli altri mass-media. Da abile venditore commerciale qual è Berlusconi ha eretto il suo feudo politico sull'insofferenza dei cittadini per le vessazioni fiscali e la cattiva amministrazione ma ha saputo accompagnare tale insofferenza ad un miraggio di riscatto, con proposte - sempre quelle perché quelle vuole il popolo - di detassazione, libertà, sviluppo economico. Promettere è facile, realizzare è difficile ma il popolo dimentica presto il passato e, ogni volta, è affascinato dai pifferai di turno e li segue volentieri; non tutto il popolo: quello più sprovveduto, che ama parlare, criticare, ascoltare le solite frasi e lasciarsi suggestionare dall'enfasi delle immagini e delle parole; in fondo tutti i trascinatori delle folle sono stati abili parlatori e altrettanto coreografi (manifestazioni di piazza con vessilli, enormi cartelloni, musica, bandiere, ecc.). Accessori che affascinano tuttora, pensiamo alle adunate sindacali e quelle partitiche accompagnate anche dal cestino viaggio e confortevoli pulmann.
I tempi però cambiano, la tecnologia avanza: la Rivoluzione francese e quella comunista si fecero con i morti in piazza, la prossima verrà dalla Rete nel senso che il popolo attribuirà un'eccessiva importanza a quello che troverà su internet considerandolo vero e giusto, come ai tempi del primo Novecento quando si diceva "c'è scritto sul giornale" per affermare il vero assoluto della notizia.
Una verità successivamente attribuita alla televisione e ora alla cosiddetta Rete. Senza riflettere che, dietro la tecnologia (dai giornali al tablet) ci sono sempre dei personaggi (pochi, pochissimi) che strumentalizzano il mezzo per fini personali di ricchezza o comando. I nomi, partendo dalla Rivoluzione francese, metteteli voi.
Anche Silvio Berlusconi ebbe un prima: la rivolta dell'opinione pubblica contro i partiti fomentata proprio come capofila dal Tg4 di Emilio Fede seguito da tutti gli altri mass-media. Da abile venditore commerciale qual è Berlusconi ha eretto il suo feudo politico sull'insofferenza dei cittadini per le vessazioni fiscali e la cattiva amministrazione ma ha saputo accompagnare tale insofferenza ad un miraggio di riscatto, con proposte - sempre quelle perché quelle vuole il popolo - di detassazione, libertà, sviluppo economico. Promettere è facile, realizzare è difficile ma il popolo dimentica presto il passato e, ogni volta, è affascinato dai pifferai di turno e li segue volentieri; non tutto il popolo: quello più sprovveduto, che ama parlare, criticare, ascoltare le solite frasi e lasciarsi suggestionare dall'enfasi delle immagini e delle parole; in fondo tutti i trascinatori delle folle sono stati abili parlatori e altrettanto coreografi (manifestazioni di piazza con vessilli, enormi cartelloni, musica, bandiere, ecc.). Accessori che affascinano tuttora, pensiamo alle adunate sindacali e quelle partitiche accompagnate anche dal cestino viaggio e confortevoli pulmann.
I tempi però cambiano, la tecnologia avanza: la Rivoluzione francese e quella comunista si fecero con i morti in piazza, la prossima verrà dalla Rete nel senso che il popolo attribuirà un'eccessiva importanza a quello che troverà su internet considerandolo vero e giusto, come ai tempi del primo Novecento quando si diceva "c'è scritto sul giornale" per affermare il vero assoluto della notizia.
Una verità successivamente attribuita alla televisione e ora alla cosiddetta Rete. Senza riflettere che, dietro la tecnologia (dai giornali al tablet) ci sono sempre dei personaggi (pochi, pochissimi) che strumentalizzano il mezzo per fini personali di ricchezza o comando. I nomi, partendo dalla Rivoluzione francese, metteteli voi.