domenica 21 aprile 2013

Premio alla carriera

Come nei migliori festival artistici abbiamo assistito al tentato conferimento del "premio alla carriera" a tre cariatidi della politica: Franco Marini, Stefano Rodotà e Romano Prodi promuovendoli al vertice dello Stato. In un certo modo anche il plebiscitato Giorgio Napolitano con la riconferma ha avuto il super-premio alla carriera, però se guardiamo al panorama che ci attendeva possiamo essere contenti anche se non possiamo parlare di rinnovamento, necessario per capire i fermenti della società. 
Nei giorni scorsi avevo guardato con interesse le maratone televisive con le dichiarazioni dei parlamentari, dei commentantori e dei giornalisti ricavandone interessanti argomentazioni.
Il Pd, anche se ha mutato più volte nome e simbolo, è l'unico partito della prima repubblica sopravvissuto a mani pulite, nel senso che la gerarchia da allora ad oggi, seppure con un piccolo inserimento di ex Dc, non è cambiata. Un partito ed una democrazia sopravvivono solo se, nel tempo, mutano le dirigenze; per il Pd è ora di chiudere i legami con il passato: di rinnovarsi veramente o spaccarsi, cioè perire!
Rispetto alla prima repubblica nulla è cambiato nelle contrattazioni per le votazioni ai vertici delle istituzioni: i capi delle correnti interne ai partiti venivano chiamati dal segretario, da qualche cardinale o autorevole ministro e consigliati di far votare il loro gruppo per questo o quello: sempre nello spirito di una democrazia partecipata! L'ex ministro Clemente Mastella ha confermato che per controllare il voto dei parlamentari (o far capire al candidato da quale gruppo provenivano i voti) le varie correnti politiche esprimevano le preferenze nel modo seguente: F. Tizio, Francesco Tizio, Tizio F, Tizio Francesco, Tizio, ove ad ogni abbinamento di nome e cognome corrispondeva un gruppo di elettori.
Le novità, rispetto al passato, sono state le spontanee manifestazioni di piazza e i messaggi su twitter, questi ultimi spesso sgrammaticati, provenienti da sconosciuti o malati di twittermania; per il popolo in piazza (eccetto la convocazione contro il golpe organizzata da Beppe Grillo) davanti al Parlamento c'erano più bandiere, cartelli e parlamentari che cittadini e, quei pochi, proprio perché non potevano dire di noi al politico che li aveva convocati in quanto ancora in attesa del favore chiesto o per gratitudine per un recente interessamento.
Tra i gossip c'è chi ha sostenuto che per l'appoggio a Napolitano il Pdl ha chiesto la nomina di senatore a vita per Silvio Berlusconi e i prodiani-renziani quella per Prodi. Altri hanno avanzato la proposta che, passato il primo semestre o riformata la legge elettorale, il Presidente potrebbe sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni. Altri ancora che il Presidente, forte del rinnovo del mandato, imponga il suo governissimo.