Come nei migliori festival artistici abbiamo assistito al tentato conferimento del "premio alla carriera" a tre cariatidi della politica: Franco Marini, Stefano Rodotà e Romano Prodi promuovendoli al vertice dello Stato. In un certo modo anche il plebiscitato Giorgio Napolitano con la riconferma ha avuto il super-premio alla carriera, però se guardiamo al panorama che ci attendeva possiamo essere contenti anche se non possiamo parlare di rinnovamento, necessario per capire i fermenti della società.
Nei giorni scorsi avevo guardato con interesse le maratone televisive con le dichiarazioni dei parlamentari, dei commentantori e dei giornalisti ricavandone interessanti argomentazioni.
Il Pd, anche se ha mutato più volte nome e simbolo, è l'unico partito della prima repubblica sopravvissuto a mani pulite, nel senso che la gerarchia da allora ad oggi, seppure con un piccolo inserimento di ex Dc, non è cambiata. Un partito ed una democrazia sopravvivono solo se, nel tempo, mutano le dirigenze; per il Pd è ora di chiudere i legami con il passato: di rinnovarsi veramente o spaccarsi, cioè perire!
Rispetto alla prima repubblica nulla è cambiato nelle contrattazioni per le votazioni ai vertici delle istituzioni: i capi delle correnti interne ai partiti venivano chiamati dal segretario, da qualche cardinale o autorevole ministro e consigliati di far votare il loro gruppo per questo o quello: sempre nello spirito di una democrazia partecipata! L'ex ministro Clemente Mastella ha confermato che per controllare il voto dei parlamentari (o far capire al candidato da quale gruppo provenivano i voti) le varie correnti politiche esprimevano le preferenze nel modo seguente: F. Tizio, Francesco Tizio, Tizio F, Tizio Francesco, Tizio, ove ad ogni abbinamento di nome e cognome corrispondeva un gruppo di elettori.
Le novità, rispetto al passato, sono state le spontanee manifestazioni di piazza e i messaggi su twitter, questi ultimi spesso sgrammaticati, provenienti da sconosciuti o malati di twittermania; per il popolo in piazza (eccetto la convocazione contro il golpe organizzata da Beppe Grillo) davanti al Parlamento c'erano più bandiere, cartelli e parlamentari che cittadini e, quei pochi, proprio perché non potevano dire di noi al politico che li aveva convocati in quanto ancora in attesa del favore chiesto o per gratitudine per un recente interessamento.
Tra i gossip c'è chi ha sostenuto che per l'appoggio a Napolitano il Pdl ha chiesto la nomina di senatore a vita per Silvio Berlusconi e i prodiani-renziani quella per Prodi. Altri hanno avanzato la proposta che, passato il primo semestre o riformata la legge elettorale, il Presidente potrebbe sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni. Altri ancora che il Presidente, forte del rinnovo del mandato, imponga il suo governissimo.
Le novità, rispetto al passato, sono state le spontanee manifestazioni di piazza e i messaggi su twitter, questi ultimi spesso sgrammaticati, provenienti da sconosciuti o malati di twittermania; per il popolo in piazza (eccetto la convocazione contro il golpe organizzata da Beppe Grillo) davanti al Parlamento c'erano più bandiere, cartelli e parlamentari che cittadini e, quei pochi, proprio perché non potevano dire di noi al politico che li aveva convocati in quanto ancora in attesa del favore chiesto o per gratitudine per un recente interessamento.
Tra i gossip c'è chi ha sostenuto che per l'appoggio a Napolitano il Pdl ha chiesto la nomina di senatore a vita per Silvio Berlusconi e i prodiani-renziani quella per Prodi. Altri hanno avanzato la proposta che, passato il primo semestre o riformata la legge elettorale, il Presidente potrebbe sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni. Altri ancora che il Presidente, forte del rinnovo del mandato, imponga il suo governissimo.