mercoledì 17 aprile 2013

Siamo maturi?

Negli Usa quando un cittadino, debole di mente o giunto al limite della sopportazione, vuole esprimere tutta la sua rabbia per l'ingiustizia patita o il risentimento contro qualcuno o qualcosa, oppure per la frustrazione causata dallo stato di indigenza, ecc.,  imbraccia un fucile e se la prende con i concittadini sparando sui passanti o in una scuola. Però negli Usa di fronte a fatti del genere la popolazione (democratica o repubblicana, cattolica o protestante, bianca o di diversa origine) si compatta in un solo popolo per superare il tragico fatto.
Da noi per protestare contro la disoccupazione, la cattiva amministrazione e tutti gli altri ammennicoli (in una parola per dare sfogo all'insofferenza) votiamo il movimento di Beppe Grillo, proponendolo addirittura per la poltrona del Colle (se non fosse inelegibile per una macchiolina nel casellario giudiziario). Quindi il popolo italico - dopo gli attentati degli scorsi decenni attribuiti alla mafia o con la complicità di qualche manina nello Stato - ha superato la fase del ricorso alla violenza per optare per la rivoluzione morbida verso la conquista delle istituzioni.
Possiamo dire di essere più maturi?