martedì 2 aprile 2013

Di male in peggio

Dopo vent'anni di disastri causati dai politici, gli italiani, lo scorso anno, hanno accettato con enfasi e somma fiducia l'arrivo di un governo tecnico che avrebbe salvato il Paese. Neppure questo è stato sufficiente, quindi niente politici, niente tecnici: sul mercato della politica non c'era che provare il guru Beppe Grillo che da anni contestava il sistema ed i personaggi in carica facendo intravedere (e sperare) un Paese migliore. Alla prova dei fatti il Movimento cinque stelle è stato capace solo di dire no a tutto, con una testardaggine degna di miglior menzione, senza proporre alternative compatibili. In campagna elettorale si erano distinti nel dire no alla tav, agli inceneritori, al finanziamento e rimborso elettorale, all'Europa, ai provvedimenti economici e così via sino all'astenersi dall' intervenire nei dibattiti televisivi. No a tutto criticando tutti e tutto. Essendo nel pieno della propaganda elettorale la messa in scena del comico, improvvisatosi politico, la si ritenne pura demagogia per catturare i consensi necessari per inviare un manipolo di grillini in Parlamento ma, alla prova dei fatti, (nonostante il grande successo che avrebbe dovuto consigliare saggezza politica) anche l'astro nascente della politica nostrana si è rivelato come i tecnici e i politici tanto criticati: cioè un chiacchierone inconcludente. Hanno solo saputo dire di voler gestire loro il governo. Cittadini come noi, che non hanno mai messo il naso nelle stanze del potere, ove si svolgono negoziati spesso al limite della decenza, o avvocati di provincia (estranei alla sottile prassi della giurisprudenza costituzionale) non possono ricoprire cariche istituzionali senza aver prima gestito commissioni parlamentari, elaborato proposte di legge, confontato i problemi e le teorie economiche e sociali con le altre formazioni politiche: non è sufficiente essere onesti, occorre essere preparati per ricoprire certe cariche, avere esperienza legale-amministrativa e conoscenza dei retroscena che si svolgono nelle stanze del potere.
Per superare la posizione negazionista dei grillini al Capo dello Stato non è rimasta che la scelta delle due commissioni di saggi per elaborare un programma su cui possano essere coinvolti i partiti tradizionali. Quindi dopo i politici, i tecnici e i messia siamo arrivati ai "saggi", di questo passo dove andremo a trovare i futuri politici e consulenti? Tra i super-saggi o santi, cioè dalle parti di san Pietro? A volte i rimedi sono peggiori del male.