lunedì 8 aprile 2013

Verità scomode

Pier Luigi Bersani ha tentato di formare un governo non riuscendoci, lo ha fatto sapendo di andare incontro ad enormi difficoltà e quindi con spirito di sacrificio, nonostante ciò è ancora disposto a sacrificarsi pur di dare un governo al Paese. Anche Silvio Berlusconi, nonostante la distanza politica che lo separa dal leader del Pd, è pronto nell'interesse dell'Italia a sacrificarsi per entrare in un governissimo Pd-Pdl. Pur non avendo i voti necessari Beppe Grillo vorrebbe formare un governo allineato sulle posizioni grilline, cioè senza il concorso dei partiti tradizionali. Tutti e tre si rendono conto della difficile situazione economica che il Paese dovrà affrontare e degli impegni presi con la Cee, nonostante ciò sono pronti ad assumersi la responsabilità di traghettarci verso lidi migliori. Ad un altro verrebbe in mente la frase: ma chi me lo fa fare?
Che sia solo spirito di sacrificio? Ci permettiamo di dubitare ricordando il motto andreottiano "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina". Secondo una prassi anteriore alla nascita della cosiddetta seconda repubblica i politici di un certo prestigio che sentivano aria di inchieste parlamentari o giudiziarie, per casi in cui si erano trovati casualmente e inconsapevolmente coinvolti, venivano messi al riparo con promozioni sul campo come ministri, presidenti di commissione o altro. Sino a poco tempo fa il singolo magistrato che aveva delle carte in mano sulle quali chiedere delle semplici delucidazioni si trovava in difficoltà a convocare un "onorevole" (quando andirittura non era il procuratore capo a suggerirgli di lasciar stare). C'è voluto Antonio Di Pietro e la procura di Milano per abbattere la prassi di questa cortesia reverenziale. La prassi era divenuta talmente quotidiana che a Roma dovettero addirittura promuovere il capo della procura assegnandogli una diversa sede.
Ci sono state le vicende del Monte dei Paschi di Siena dopo l'Unipol e qualche altro fattarello di minore attenzione, così come sono noti i casi giudiziari di Berlusconi e della Mediaset, possibile che non abbiano nessuna correlazione con lo spirito di sacrificio che è alla base delle trattative delle presidenze delle commissioni parlamentari, del governo e del capo dello Stato?
Nè i grillini possono ritenersi esclusi da ragionamenti  del genere (d'accordo, pensieri perversi ma in linea col motto andreottiano) poiché sono personaggi ancora sconosciuti. Per la legge della statistica ci sarà pure qualcuno incappato nelle maglie della magistratura o della finanza non risultando online il certificato dell'antimafia e quello dei carichi giudiziari e pendenti. Se fossero tutti celestiali (come amava definirsi Roberto Formigoni non per il colore della camicia) dovremmo gridare al miracolo e inchinarci di fronte ai nuovi santi osannando al mutato clima, in linea con l'avvento di papa Francesco che ci fa intravedere un futuro diverso.