lunedì 25 febbraio 2013

Ed ora?

Dopo tanti mogugni e bla, bla, il popolo italiano è andato a votare. Hanno votato anche coloro che accusavano i partiti di non aver voluto cancellare la legge elettorale detta il porcellum; quanti hanno votato per Beppe Grillo sono stati coerenti con se stessi: non hanno dato il voto ai partiti uscenti responsabili della persistenza del porcellum o listino; ma gli altri? Con quale coerenza si accusa un partito di non aver fatto una cosa importante ma poi gli si dà il voto? Il fatto è che il ritorno in campo del cav. Silvio Berlusconi ha ricreato la spaccatura o con lui o contro di lui, per cui, ingoiando il rospo gli ex elettori dei due schieramenti sono ritornati a rafforzare la lista non più amata (come prima) per non far prevalere l'altra. Gli arrabbiati della sinistra hanno potuto scegliere tra il voto utile al Sel di Niki Vendola e quello disperso ad Antonio Ingroia
La paura di tutte le formazioni politiche per le piazze piene con Grillo ha spinto gli incerti, scontenti della politica ed arrabbiati per gli scandali, a votarlo come schiaffo ai professionisti e facce di bronzo della politica. Se non avessero mostrato la paura forse i voti a Grillo sarebbero stati di meno ma la malascoscienza degli uscenti ha spinto un milione di elettori a fare un ragionamento simile a quello su Berlusconi/Bersani: mi butto da una parte per punire l'altra.
Alta coscienza civica o assoluta ignoranza delle regole democratiche? Si è votato nella convinzione che tutti i programmi altro non fossero che fumo elettorale in quanto non attuabili o si è votato a prescindere dalle posizioni dei partiti, ignorando completamente il dibattito politico? Nell'uno come nell'altro caso la colpa è sempre di coloro che sinora ci hanno rappresentato in parlamento in quanto in sessant'anni non hanno saputo "educare alle politica" il cittadino. E, se non hanno fatto questo cosa altro hanno fatto? Solo la difesa degli interessi di gruppo o personali? Ha ragione allora chi ha votato per Grillo: restituiamo il parlamento al popolo. 
I politici hanno avuto paura della piazza (che hanno alimentato con il loro comportamento) non calcolando che il pubblico di Grillo appartiene a quella categoria di elettori (gli arrabbiati) che è solito scendere nelle piazze, protestare, partecipare a cortei (no tav, centri sociali, ecc.), ma è tutto lì mentre le altre categorie di elettori hanno preferito vedere i telegiornali e il teatrino televisivo, cioè non muoversi da casa. Nel calcolo delle piazze piene dobbiamo metterci anche quella gente che è andata per sentire un comico ma che non gli avrebbe dato il voto, quindi non tutti sono stati per Grillo.
Domani sera avremo i risultati, una cosa è certa a prescindere dalla personale preferenza politica: pensando al futuro prossimo non sapremo se piangere o ridere!