venerdì 15 febbraio 2013

Ora esageriamo!

Chi ci segue da tempo sa che spesso abbiamo ricordato una battuta che circola tra i politici: se nella scorsa legislatura hai promesso 10 e non lo hai attuato alle elezioni successive prometti 100, gli elettori ti voteranno perché hanno la memoria corta. 
Infatti se chiediamo ai cittadini di citare uno o due punti del programma elettorale del partito per il quale voteranno oltre alle parole "lavoro", "casa", "scuola", "sanità" non sapranno indicarne altre, così come non sapranno come il partito di riferimento intenda attuare il suo programma. E, comunque, una cosa sono le promesse fatte e un'altra la possibilità di attuarle.
Ma, in questa campagna elettorale, sembra che stiano esagerando: c'è una gara nel prospettarci il paese del bengodi: toglieranno l'imposta sulla casa e la renderanno impignorabile, abbasseranno le aliquote dell'irpef e dell'irap, qualcuno addirittura abolirà l'imposta sulle persone fisiche, ci restituiranno i denari versati per l'imu, attueranno il condono e la sanatoria tombale, ci libereranno dal canone televisivo,  costruiranno il ponte sullo stretto, dimezzeranno i parlamentari, aboliranno il finanziamento pubblico ....... Cosa altro?
Quanta abbondanza di promesse, troppa. La soglia di credulità dell'elettore medio è stata superata: non siamo meno sciocchi delle galline e dei passerotti (post del 7 febbraio). Si dice che il grande architetto ci abbia fatto con un cervello e che questo sia deputato a osservare, valutare, giudicare e scegliere, o non è così?