Ogni volta che i cittadini sono chiamati a rinnovare il parlamento sono soliti mugugnare su quanto sia stata pessima l'assise uscente; la considerazione fa parte di quel rito sociale che appartiene all'insoddisfazione popolare che, almeno a parole, trova il bersaglio da colpire.
Il parlamento che il 24 e il 25 uscirà dalle urne elettorali sarà il peggiore dell'Italia repubblicana. Possiamo asserire ciò in base alle seguenti variabili:
- per dare una svolta democratica al Paese, finalizzata al rinnovamento e alle riforme (quindi alle istituzioni), occorre sempre (in qualsiasi epoca e stato) una forza politica egemone; come fu in alcuni periodi con i governi della Dc (che godettero di una situazione internazionale di confronto tra due blocchi economico-ideologici); l'alternativa è la rivoluzione, che è stata un prodotto tipico di altre epoche storiche e di altre situazioni economiche e sociali;
- i numerosi movimenti politici che si presentano per il rinnovo del parlamento (circa una venticinquina) denotano variegate impostazioni ideologiche, di potere e di interessi, con il risultato di frantumare gli schieramenti in seno al parlamento bloccandone l'attività e, di converso, accentuando l'instabilità governativa;
- dato che (si fa ma non si dice) qualsiasi formazione politica è portatrice di interessi (legittimi) di forze economiche, categorie professionali, visioni sociali, ecc., stante la frantumazione delle rappresentanze in parlamento e anche all'interno dei gruppi parlamentari, la composizione dei vari interessi potrebbe risultare più difficile del passato, aggiungendo un ulteriore freno all'attività legislativa;
- in virtù della legge elettorale (il cosiddetto porcellum) l'elettore non può individuare e scegliere il suo rappresentante in parlamento ma votare (eventualmente) la formazione politica, quindi dato che gli eletti non essendo più espressione di delegati dei cittadini ma di sudditi delle gerarchie che li hanno messi in lista e fatti eleggere, non terranno conto - nel corso del loro mandato - delle aspettative e degli interessi della popolazione del collegio (che teoricamente rappresentano) ma eseguiranno, qualsiasi esse siano (anche contro legem), le direttive dei tutori;
- la difficile situazione economica che ha riflessi sull'occupazione e la spesa pubblica si fa sentire anche sulle formazioni politiche consolidate che, sinora, traevano alimento per mantenere sedi, giornali, segreterie, manifestazioni, dalle generose elargizioni, in nero, di banche, cooperative, assicurazioni, costruttori edili, imprenditori ed associazioni professionali, con il risultato che la lotta tra i movimenti politici sarà più feroce per la spartizione di quanto resta sul mercato, essendo l'unico vincolo che ancora tiene in piedi le formazioni politiche in quanto non hanno più, per le ragioni anzidette, il rapporto con gli elettori ma solo con i clienti (sovventori e beneficati) del partito;
- i cosiddetti scandali, dal Monte dei Paschi di Siena alla trattativa stato-mafia, dall'abbattimento dell'aereo ad Ustica alle inumerevoli ruberie giornalmente divulgate dai mass-media, oltre alle decine e decine di libri-documento sulle varie vicende della casta, dei servizi segreti, del Vaticano e della classe dirigente del Paese, hanno ulteriormente disgustato e allontanato i cittadini dal senso di unità nazionale e partecipazione politica;
- i nuovi (o coloro che si presentano come tali) della politica, attraverso le liste civiche o nuove sigle di appartenenza politica, a parte il fatto che essendo stati vagliati e scelti dalla gerontocrazia politica e non dagli elettori (anche col parziale imbroglio delle primarie subordinato al listino), in realtà tali non sono: dai loro posti di provenienza della società civile (?) hanno visto o eseguito passaggi e commistioni (denari, appalti, nomine, tacitazioni) tra i vertici delle rappresentanze politiche ed il mondo economico ed istituzionale del Paese. Non dovremmo pertanto meravigliarci se, nel corso della nuova legislatura, potrebbero emergere inchieste a carico di numerosi rappresentanti della cosiddetta società civile che, come tale, racchiude santi, poeti, navigatori, truffatori e maramaldi vari vestiti di perbenismo; un'altra legislatura che ricalca la precedente.
Domani: Grillo sopravalutato.
- i nuovi (o coloro che si presentano come tali) della politica, attraverso le liste civiche o nuove sigle di appartenenza politica, a parte il fatto che essendo stati vagliati e scelti dalla gerontocrazia politica e non dagli elettori (anche col parziale imbroglio delle primarie subordinato al listino), in realtà tali non sono: dai loro posti di provenienza della società civile (?) hanno visto o eseguito passaggi e commistioni (denari, appalti, nomine, tacitazioni) tra i vertici delle rappresentanze politiche ed il mondo economico ed istituzionale del Paese. Non dovremmo pertanto meravigliarci se, nel corso della nuova legislatura, potrebbero emergere inchieste a carico di numerosi rappresentanti della cosiddetta società civile che, come tale, racchiude santi, poeti, navigatori, truffatori e maramaldi vari vestiti di perbenismo; un'altra legislatura che ricalca la precedente.
Domani: Grillo sopravalutato.