Il Vaticano e gli Usa sono gli ultimi stati rimasti che attuano la vocazione imperialista, dopo i grandi imperi del 1700-1800 della Spagna, Francia e Inghilterra ed i tentativi di Adolf Hitler e Benito Mussolini. Gli Usa attraverso la penetrazione economica, militare e diplomatica, il Vaticano con la diffusione ideologica della religione cristiana e la formazione culturale dei dirigenti nei paesi cattolici.
Il successore di papa Benedetto XVI va ipotizzato secondo questa ottica imperialista; ormai la presenza nell'Europa occidentale è consolidata e oltre il Vaticano non può andare, anzi sta perdendo fedeli specie dopo gli ultimi libri che rivelano intrighi, scandali e le varie vicende, dalla banca Istituto Opere Religiose da sempre passaggio di denaro riciclato o collocato all'estero alle ancora oscure storie relative a Emanuela Orlandi, Roberto Calvi, i misteriosi suicidi, la pedofilia, ecc. Gli stati che ancora offrono possibilità di penetrazione religiosa si trovano fra i paesi situati nelle zone emergenti: Africa, Sudamerica, estremo Oriente, pertanto il nuovo papa non potrà essere scelto - per ragioni di strategia politica - fra i cardinali europei ma tra quelli delle zone citate, per meglio far accettare e favorire la penetrazione.
Volendo, inoltre, fare della dietrologia possiamo ipotizzare che molto abbia influito sulle dimissioni il conflitto (sempre esistito) tra i vari gruppi di interessi etnici, appartenenza agli ordini religiosi e collegamenti politici, a cui si aggiungono le differenze tra progressisti e conservatori (matrimonio, questione femminile, eutanasia, ecc.). Escludiamo le condizioni di salute (dichiarate per ragioni diplomatiche) per propendere verso uno scontro interno ai palazzi apostolici: con le sue dimissioni improvvise e la scelta di alloggiare da dimissionario entro le mura vaticane Benedetto XVI avrebbe la possibilità di vari colloqui riservati con il nuovo giovane papa che contribuirà ad eleggere attraverso i cardinali da lui nominati.
Nelle Chiese c'è una regola millenaria: rinnovare senza cambiare nulla!
Il successore di papa Benedetto XVI va ipotizzato secondo questa ottica imperialista; ormai la presenza nell'Europa occidentale è consolidata e oltre il Vaticano non può andare, anzi sta perdendo fedeli specie dopo gli ultimi libri che rivelano intrighi, scandali e le varie vicende, dalla banca Istituto Opere Religiose da sempre passaggio di denaro riciclato o collocato all'estero alle ancora oscure storie relative a Emanuela Orlandi, Roberto Calvi, i misteriosi suicidi, la pedofilia, ecc. Gli stati che ancora offrono possibilità di penetrazione religiosa si trovano fra i paesi situati nelle zone emergenti: Africa, Sudamerica, estremo Oriente, pertanto il nuovo papa non potrà essere scelto - per ragioni di strategia politica - fra i cardinali europei ma tra quelli delle zone citate, per meglio far accettare e favorire la penetrazione.
Volendo, inoltre, fare della dietrologia possiamo ipotizzare che molto abbia influito sulle dimissioni il conflitto (sempre esistito) tra i vari gruppi di interessi etnici, appartenenza agli ordini religiosi e collegamenti politici, a cui si aggiungono le differenze tra progressisti e conservatori (matrimonio, questione femminile, eutanasia, ecc.). Escludiamo le condizioni di salute (dichiarate per ragioni diplomatiche) per propendere verso uno scontro interno ai palazzi apostolici: con le sue dimissioni improvvise e la scelta di alloggiare da dimissionario entro le mura vaticane Benedetto XVI avrebbe la possibilità di vari colloqui riservati con il nuovo giovane papa che contribuirà ad eleggere attraverso i cardinali da lui nominati.
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