Secondo John Kenneth Galbraith (Anatomia del potere, Mondadori editore 1984) tre sono gli strumenti che consentono di esercitare il potere: il potere punitivo, il potere remunerativo e il potere condizionatorio. Il condizionamento è il più diffuso ma il meno percepito ed è usato per raggiungere o mantenere un potere. A proposito del quale l'autore specifica:
Sono tutte forme di aggregazione intorno a dei leaders che esprimendo la loro opinione, considerata dalla massa autorevole, non fanno altro che condizionare quello che è il loro pubblico. Un pubblico che si aggrega come il ferro sulla calamita, in base ad istinti di imitazione e suggestione come ampiamente dibattuto da Gustave Le Bon (Psicologia delle folle, Longanesi e & 1980). E' un'aggregazione intorno a idee, valori, bisogni, aspirazioni che condizionano il comportamento degli individui generando gli stereotipi. Precisa Galbraith:
Ogni pubblico ha i suoi stereotipi, fini, leader e consistenza di appartenenti a quel dato pubblico. La cerchia dell'agglomerato umano che definiamo pubblico tende sempre ad espandersi nel tempo e nello spazio per allargare il numero degli appartenenti e conquistare sempre maggiore potere. Esiste però un processo unico per tutti ma che varia nel tempo e nello spazio a seconda dell'epoca storica (culturale, scientifica, economica) e della forza numerica di quel determinato pubblico trainante. Infatti con riferimento al grafico della puntata n. 9 del 12 settembre anche negli stereotipi c'è sempre una categoria (pubblico) di innovatori e futuristi che preparano il terreno all'adesione di massa della modernità e del post-moderno. Questo perché ogni novità, tecnica o ideologica, ha bisogno di un tempo adeguato per modificare i comportamenti dell'agglomerato umano, cioè gli stereotipi.
(continua -22)