Il 40% degli iscritti ai circoli (le ex sezioni) del Pd hanno indicato Matteo Renzi quale nuovo segretario del partito nato dall'unione tra gli ex comunisti e gli ex democristiani di sinistra. La cosa non sta bene a Massimo D'Alema e gli altri oligarchi del partito che sinora hanno occupato, con i relativi benefici, le comode poltrone della dirigenza senza sostituire la prospettiva del vecchio partito con le nuove esigenze del popolo di sinistra.
Il fatto è che Renzi e in parte Beppe Grillo (che non essendo un politico vede le cose dal punto di vista dell'istrione) si rendono conto che siamo entrati in una nuova era (storica, economica, sociale, scientifica, culturale) che non avrà più legami con il passato basato sui verticismi, la burocrazia e la lotta tra poteri. Il popolo tornerà a dire la sua ma affiderà il premierato dei partiti politici e del governo ad un decisore unico (una specie di dittatore illuminato) capace di intravedere e cavalcare il nuovo che verrà. Ma per far questo dovranno essere troncati (rottamati) i laccioli della vecchia dirigenza che fungono da freno al progresso.