venerdì 4 gennaio 2013

Berlusconi spaventato

Il cavaliere senza macchia e senza paura Silvio Berlusconi ha detto in tv di essersi spaventato per aver fatto un brutto sogno, ove Antonio Ingroia era ministro della giustizia e Antonio Di Pietro (un'altro ex magistrato) ministro alla cultura. A volte le parole, non pensate e calibrate, tradiscono i sentimenti: Berlusconi è spaventato, non tanto dall'ingresso in politica di un'altra toga rossa ma dalla sensazione di aver perso il potere e di andare incontro al tonfo elettorale. Col suo modesto 10% di parlamentari fedelissimi avrà un margine risicato nel negoziare leggi a lui favorevoli o incidere sull'apporto di voti per l'elezione del nuovo capo dello Stato. Sinora la campagna elettorale che ha iniziato rivela che ha paura, se si analizzano freddamente i programmi, il tono e le parole: prima ha cercato disperatamente di coinvolgere nella sua lista Mario Monti, poi di fare l'accordo con la Lega, quindi è passato all'attacco delle forze avversarie, rispolverando i vecchi schemi del '94 (comunisti, tasse, giustizia) e chiamando a raccolta gli elettori allontanatisi col miraggio di avere (stando a dei misteriosi sondaggi che risultano solo a lui) oltre il 40% dei consensi. L'invasione dei canali radiotelevisivi per ripetere le stesse cose, in modo contorto e alterato, completa l'analisi psicologica di una persona insicura e quindi spaventata.
E' ancora presto per sondare quali potrebbero essere i risultati elettorali, stante il quadro ancora non definito delle liste e delle alleanze, possiamo però partire calcolando il peso e lo spostamento virtuale delle quattro grandi categorie di elettori: 1) i fidelizzati che ricevendo o avendo ricevuto benefici dal gruppo o personaggio di appartenenza (partito, sindacato, parrocchia, associazione di categoria, massoneria, opus dei, ecc.) non spostano il loro voto; 2) gli appartenenti alla cultura elevata della medio-alta borghesia che si tengono aggiornati sugli avvenimenti e raramente spostano il loro voto; 3) gli arrabbiati (disoccupati, tartassati, marginalizzati) che votano contro qualcuno o qualcosa o addirittura non votano ma che potrebbero convogliare la protesta per le cosiddette liste o personaggi  (Beppe Grillo, Ingroia) populisti,  come avvenuto con Di Pietro e, in passato, con Cicciolina (Ilona Staller), l'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, il partito radicale di Marco Pannella, ecc.; 4) i cosiddetti disinformati che si aggiornano su Internet, saltuariamente tramite la tv, i giornali e nelle conversazioni con amici e parenti, generalmente una categoria di bassa cultura, con una grande facilità nel spostare il voto da una lista all'altra (con una forte presenza di piccoli bottegai e artigiani).
In seno, poi, ad ogni categoria dei quattro gruppi di elettori vi sono le sub-categorie, composte da vari incastri di pubblico demodoxalogico.
Mentre Monti può pescare voti tra la borghesia medio-alta e alcune sub-categorie di fidelizzati, gli altri partiti possono attingere voti (oltre ai propri fidelizzati) dai disinformati e dagli arrabbiati ove sembra che Berlusconi già ci si sia buttato a capofitto.