lunedì 21 gennaio 2013

L'elettorato di Monti

Lo spin doctor della campagna elettorale di Mario Monti è il direttore del quotidiano romano Il Tempo, Mario Sechi (candidato nella lista del presidente del consiglio uscente), un giornalista acuto rilevatore del sentiment dell'opinione pubblica e, come tale, non bisognoso di consigli. Ma, da vecchio demodoxalogo (studioso dei fenomeni connessi all'opinione pubblica) posso segnalare che il probabile bacino elettorale di Monti sia tra i pubblici di destra e sinistra appartenenti alla categoria (vedasi il post del 4 gennaio Berlusconi spaventato) degli elettori culturalmente elevati, cioè di quelle persone con una cultura superiore che si tengono aggiornate e che capiscono la reale difficile situazione del Paese, rifuggendo da facili suggestioni o ammiccamenti. Non per nulla in seno al Pdl e al Pd ci sono personaggi pubblici che non hanno nascosto la loro propensione verso Monti, lo stesso  Bersani, se si analizza bene la sua campagna elettorale, non è contro Monti: ha solo paura di cedergli elettori.
Pertanto se il bacino dell'utenza elettorale è quello indicato, codesto pubblico ha un suo modo di rapportarsi con gli altri e di orientarsi elettoralmente. Anzitutto non ha la propensione a votare contro (come avviene con le categorie degli arrabbiati e dei poco informati che votano o contro o a favore, ispirati più dalla passione che dalla logica); quindi supera la simpatia o antipatia verso il candidato per cercare di capire qualcosa da quello che emerge dalle proposte, non fermandosi alle sole enunciazioni (tanto care ai comizianti perché d'effetto suggestivo sul pubblico).
Anche per la categoria degli elettori culturalmente elevati (e non intendiamo solo per titoli di studio) è efficace uno slogan riassuntivo dei programmi ed un riferimento al futuro come, per esempio, "La ripresa è possibile, lavoriamo per il futuro". In tempi di crisi la cittadinanza ha bisogno di fiducia, di credere in qualcosa di positivo e, eccetto la categoria degli arrabbiati, ha paura dei catastrofisti e delle Cassandre. 
Il presidente Monti nelle sue apparizioni pubbliche non dovrebbe lasciarsi trasportare dai temi degli avversari o manifestare intenzioni "contro" il concorrente ma spiegare in dettaglio, con cifre e tempi (ove possibile), il programma che intende svolgere, non rimandando alla lettura del suo blog. Dovrebbe distinguersi per la presentazione di temi concreti e di facile comprensione, cioè guardare al futuro. Lasciare agli altri le recriminazioni, i faremo, gli annunci impossibili, le belle parole senza costrutto e l'elogio del ho fatto o farò, ecc. Il suoi elettori virtuali amano confrontarsi sui ragionamenti inerenti alla situazione reale,  percepita e capita da tutto quel pubblico.

Domani: Prevedere i trend.