mercoledì 13 ottobre 2010

I benefit del Vaticano

In sede europea è stato sollevato il problema delle condizioni di favore concesse dal governo italiano allo Stato del Vaticano. Trattasi dell'esenzione del pagamento dell'ici e dell'imposta sulle entrate relativi ai beni immobili posseduti dalla Chiesa ed ai ricavi connessi dalle attività commerciali. Il privilegio concesso alla Chiesa cattolica (ma non per pari opportunità anche ai protestanti, testimoni di Geova ed altre religioni) ha accampato il pretesto che la Chiesa cattolica, in quanto culto di fede religiosa, svolge un'opera essenzialmente culturale e di elevazione spirituale (e le altre religioni?).
Messa così potrebbe anche star bene, se ne beneficiassero tutti i culti, nel loro luogo di preghiera: dalla moschea alla cattedrale luterana o alla sinagoga. Ma che centrano palazzi di proprietà della curia o di ordini religiosi affittati a uffici, famiglie e negozi? In che consiste l'atto religioso in una transazione commerciale di affitto? E, peggio ancora, perchè esentare anche edifici adibiti a scuola (ove i genitori degli alunni pagano una retta, spesso alta, specie nelle scuole superiori) che altro non sono che una vera e propria attività commerciale lucrativa? Per non parlare delle case albergo e delle agenzie turistiche di viaggio. Il fatto è che il Vaticano, così come la politica e le case regnanti, ha un costo che in minima parte è alimentato dai fedeli.
Si capisce allora l'impresa turistica e scolastica messa in piedi dalla Chiesa: rastrellare sotto altra forma il denaro dei fedeli, attraverso viaggi, rette scolastiche, etc.
Così come si evidenzia sempre più la necessità da parte del Vaticano di mantenere il numero dei credenti per assicurarsene vantaggi economici, in grado di mantenere la Santa sede. Creare fedeli attraverso la dottrina (l'indottrinamento che è una forzatura culturale) inculcata dalla prima elementare sino alla terza media attraverso l'ora settimanale di religione, impartita da insegnanti scelti dalla curia ma pagati dallo Stato italiano. Otto anni di indottrinamento nella religione cattolica (depurata dalla verità storica e scientifica) a giovani nell'età dello sviluppo culturale: un vero e proprio proselitismo a senso unico per mantenere consensi e benefit.
A proposito della bestemmia del presidente Silvio Berlusconi molti osservatori hanno notato che sia Avvenire (il quotidiano cosìddetto dei vescovi) che gli alti prelati non sono intervenuti in proposito; alle gerarchie ecclesiastice fa comodo che al premier sia sfuggita una bestemmia (magari ne venissero altre!): un Berlusconi in difficoltà (per la voce dal sen sfuggita, come cantava il poeta) si troverà in posizione remissiva nelle trattative con il Vaticano e per farsi perdonare e ottenere l'appoggio elettorale sarà costretto - a dispetto dall'imposizione della Cee - a studiare qualche escamotage per mantenere i benefici alla Chiesa cattolica.