"La fine dell'Inghilterra inizia da Giarabùb" cantarono gli italiani nell'ultima guerra mondiale quando le truppe inglesi espugnarono la località libica cacciando l'armata italo-tedesca nel deserto, si presumeva infatti che in seguito ad un'annunciata controffensiva l'esercito dell'Asse avrebbe definitivamente sconfitto "la perfida Albione", come veniva definita la patria degli avversari. Nel corso della guerra i quotidiani italiani annunciarono abbattimenti di aerei nemici, migliaia di prigionieri, respingimenti sulla spiaggia siciliana, vittoriose battaglie in Campania, inchiodamento a Montecassino delle truppe avversarie con quotidiana supremazia dei soldati italiani; finchè, vittoria dopo vittoria dell'Asse italo-germanica (come annunciato dai giornali), i romani videro l'esercito nemico sfilare nella capitale. Non ci fu la fine dell'Inghilterra ma quella del nazi-fascismo.
E' storia di tutti i giorni, gli sconfitti sperano sempre in un capovolgimento. Psicologicamente è difficile ammettere o accettare errori o umiliazioni, la colpa è sempre di altri: tradimenti in guerra o in amore, incompetenza del socio, invidia del collega, etc., così come lo sconfitto spera sempre nella rivincita: al poker, in amore, in guerra, nella vita. E' duro perdere ma è ancora più duro annunciarlo in pubblico o pensare che si perderanno anche le future battaglie (anche quelle della vita di ogni giorno). E' questo il motivo per cui gli sconfitti si atteggiano a vincitori.
E' il caso dei due leader Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Dopo qualche anno di rivalità latente, sfociata negli ultimi mesi in un duro scontro supportato dai media, hanno perso entrambi (specie il favore della cosiddetta opinione pubblica) ed hanno rabberciato una ricomposizione di facciata. Così come previsto nella nostra nota del 10 agosto scorso (Lo avevamo ipotizzato) apparsa sul sito http://www.opinionepubblica.com/ : "...tireranno a campare rinviando lo scontro di anno in anno. Nulla cambia: tuttalpiù arriverà qualche sigla nuova e qualche nuovo scandalo!".