Quando si parla del governo di Mario Monti si dice che è un governo di tecnocrati. Il tecnico è uno specialista nel suo campo: e fin qui ci siamo, è una compagine di professionisti ben conosciuti nel loro settore. Tecnici che propongono al parlamento le misure che, secondo loro, sono da adottare; ma la responsabilità politica di un qualsiasi governo è assunta dal presidente del Consiglio. Orbene, il nostro presidente del Consiglio è un senatore a vita; si può discutere sulla modalità della nomina ed anche criticarla ma il fatto resta: è un senatore a tutti gli effetti, per giunta tecnico. Ad esempio, gli avvocati Giulia Bongiorno e Niccolò Ghedini oltre ad essere principi del foro non sono anche parlamentari? Eppure svolgono l'una come l'altra funzione, così come fanno centinaia di loro colleghi oltre a commercialisti, ingegneri, imprenditori e così via, tutti tecnici come risulta dai rispettivi albi professionali. Dobbiamo allora dire che il parlamento è tecnico? No, è composto anche da tecnici oltre che da intrallazzatori.
E' la funzione che caratterizza l'attività parlamentare e di governo. Un tecnico può proporre ardite riforme ma se non ha la statura per imporle rimane un tecnico. Chi vara riforme, cosa raramente riuscita nelle ultime legislature, non può definirsi governo tecnico; è un atto politico di notevole importanza, una vera e propria lungimiranza politica. Non un governicchio!
Così come è alta politica incontrare e trattare da pari a pari gli altri capi di stato perorando proposte e nuove visioni della Comunità europea ed internazionale. Un tecnico, per quanto bravo, non è delegato a tale funzione che può essere rivestita, con autorità, solo da un politico di alto valore come, appunto, un senatore a vita appoggiato dalla maggioranza del parlamento.
Come possiamo allora sostenere che il governo di Monti sia un compagine tecnica (di passaggio)?
Domani: Santa Romana Chiesa
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