Esistono due categorie di personaggi: quelli che mettono qualcosa da parte pensando all'eventualità di un futuro incerto per loro o i figli (i cosiddetti risparmiatori) e coloro che spendono tutto quello che guadagnano. I primi investono in fondi, obbligazioni e altri titoli finanziari (cioè pensano di mettere un piccolo capitale in salvo) privandosi di qualche spettacolo, pizza, vacanze, acquisti di beni (con evidenti sacrifici), i secondi non si precludono soddisfazioni di ogni genere: dalle crociere all'abito firmato, dall'auto di lusso alla frequentazione di ristoranti e centri di benessere. Questi ultimi si godono la vita ma non hanno risparmi accantonati.
Orbene quando i governi hanno bisogno di denaro lo prelevano dai risparmi di chi si è sacrificato una vita per comprarsi la casa o accantonare un gruzzoletto in banca o alle poste mentre lo scialacquone non avendo nulla da parte non contribuisce al risanamento del bilancio statale non avendo conosciuto i sacrifici fatti dal risparmiatore. Con il risultato che il risparmiatore è doppiamente sacrificato: prima e dopo.
Una volta c'era l'elogio della formica che accumulava per l'inverno e la disistima per la cicala che passava l'estate cantando, ora siamo arrivati al contrario: gli spendaccioni mettono in moto l'economia e accrescono il pil coi loro acquisti mentre i risparmiatori contribuiscono a creare la crisi economica (la recessione) in quanto il denaro, affidato alle banche, non viene da queste messo in circolo a favore delle aziende.
Un'altra faccia di come sta cambiando il mondo!