Nella trasmissione televisiva di Rai2 Voyager di lunedì 19 scorso son stati affrontati scientificamente i cosiddetti dieci flagelli dell'antico Egitto, raccontati dalla Bibbia, presentandoli come ciascuno conseguenza dell'altro e non in seguito ad un intervento miracolistico o eccezionale.
L'esposizione data da Voyager conferma la teoria di David Hume, il pensatore scozzese del 1700 (vedasi il post del 15 scorso), diffusa nel corso online gratuito di demodoxalogia su www.opinionepubblica.com a sostegno delle tesi demodoxalogiche sulla prevedibilità degli avvenimenti in quanto ciascuno è causa del successivo, così come compiutamente presentato al IX Convegno nazionale di demodoxalogia a Roccasecca dei Volsci (Latina) il 14 e 15 giugno del 2003. L'impostazione demodoxalogica della teoria di Hume contribuisce a spiegare la validità dell'indagine "inde" ai fini della ricerca dei trend in quanto, secondo il filosofo scozzese, l'evento B è collegato all'evento A e causa dell'evento C; pertanto un evento C non potrà mai verificarsi saltando l'evento B poichè tra A e C dovrà esserci il legame dell'evento B, come si è ben capito anche con la predetta trasmissione televisiva.