Nel trattato di cinquecentosei pagine Geometria della realtà e inesistenza della morte (del 1947) Toddi ha esposto la sua tesi sull'esistenza di costanti K che sovrintendono il Cosmo, disciplinandone il cammino nel corso dei secoli; costanti immutabili e perenni che rispondono alla logica del minimo sforzo per raggiungere il massimo risultato. Anche Leonardo da Vinci e Voltaire avevano intravisto l'armonia dell'Universo ove "tutto è corda e puleggia (Voltaire)" per concorrere all'equilibrio cosmico, ma Toddi vi ha aggiunto una visione fisica-matematica che è impossibile condensare anche in un centinaio di pagine. Anzitutto ha spiegato che noi vediamo l'effetto degli eventi senza comprenderne il significato in quanto non riusciamo a percepire la realtà (l'essenza delle cose e della natura), con le sue regole e nel suo percorso (nascita, crescita, morte, rinascita). Una realtà armonica che contraddistingue l'Universo in movimento secondo la regola matematica della proporzione del coefficiente di espansione n.
Del resto fin dagli antichi greci si è ipotizzato il mondo secondo simmetria (dal greco sym-metria = unione + misura). La simmetria è l'ordinata corrispondenza di forma o di posizione fra le parti di un oggetto o fra gli elementi di un assetto. La natura ha inventato la simmetria che è presente in moltissimi organismi animali o vegetali e che corrisponde ad una precisa funzione, soprattutto lo spostamento e la nutrizione. Sin dalle prime civiltà l'uomo ha scoperto la simmetria e l'ha trasposta prima nell'arte (architettura, decorazione), poi nella tecnica e infine nella scienza astratta, soprattutto nella filosofia e nella matematica, due attività speculative che hanno profondi contatti. Per fare un esempio semplice e di facile verifica riportiamo la spiegazione di Toddi (Pietro Silvio Rivetta conte di Solonghello) sullo sviluppo di una foglia:
(*) Per analogia si pensi al contrasto fra il nostro modo di pensare e il nostro modo di agire postulato da Max Nordau ne Le menzogne convenzionali della nostra civiltà (collana biblioteca universale Curcio, Milano 1950).
(7 - continua)
Del resto fin dagli antichi greci si è ipotizzato il mondo secondo simmetria (dal greco sym-metria = unione + misura). La simmetria è l'ordinata corrispondenza di forma o di posizione fra le parti di un oggetto o fra gli elementi di un assetto. La natura ha inventato la simmetria che è presente in moltissimi organismi animali o vegetali e che corrisponde ad una precisa funzione, soprattutto lo spostamento e la nutrizione. Sin dalle prime civiltà l'uomo ha scoperto la simmetria e l'ha trasposta prima nell'arte (architettura, decorazione), poi nella tecnica e infine nella scienza astratta, soprattutto nella filosofia e nella matematica, due attività speculative che hanno profondi contatti. Per fare un esempio semplice e di facile verifica riportiamo la spiegazione di Toddi (Pietro Silvio Rivetta conte di Solonghello) sullo sviluppo di una foglia:
"Esprimiamo con una curva lo sviluppo di una foglia attraverso un certo periodo di tempo, suddividendo il tempo stesso in intervalli t1, t2, t3, ecc., segnati sull'ascissa e indicando sull'ordinata la grandezza man mano raggiunta dalla foglia (1, 2, 3, ecc) quale essa è constatata da un occhio normale. La foglia si sviluppa con un accrescimento irregolare, dipendente da vari fattori: il clima, il grado di umidità, la maggiore o minore insolazione, l'intervento di sostanze fertilizzanti. La curva ci dirà con grafica evidenza che la foglia, la quale aveva una certa grandezza in un dato momento (t), ha, dopo un certo intervallo, ossia nel momento t1, una grandezza quadrupla: e così, in successivi momenti (t2, t3, t4 ...) ha grandezze sempre maggiori, espresse dall'altezza della curva in corrispondenza ai momenti stessi. Servendoci della terminologia del calcolo differenziale diremo che la grandezza della foglia è funzione del tempo. [...] le scienze hanno chiamato fenomeno tutto ciò che può essere oggetto di osservazione. Per etimologia, fenomeno non è quel che accade ma quel che appare, quel che si mostra: da phàinomai passivo di phàinò io vedere. Il fenomeno, per il fatto stesso che esso cade sotto i nostri sensi, è appunto l'apparente, il temporaneo, il passaggio da un determinato stato ad un altro, il moto, esprimibile con una derivata. [...] Il nostro spirito ha l'innato bisogno di credere in una materiale realtà: l'esperienza ci rivela in ogni momento l'esistenza di qualcosa che si manifesta ai nostri sensi come distinto dalla nostra attività cosciente: ossia l'oggetto di fronte al soggetto (*). [...] L'essere per il filosofo e la materia per il fisico hanno carattere statico: il divenire e il moto hanno carattere dinamico. [...] dobbiamo accontentarci di raccogliere e coordinare quanti più dati possibili del fenomenico [Ndr: ciò che appare], cercando di dedurre da tali manifestazioni una figurazione di quanto accade nella stanza superiore."Quindi secondo Toddi occorre andare oltre la limitazione dei cinque sensi sinora conosciuti e vedere la realtà (che è tridimensionale) attraverso un organo tridimensionale, o perlomeno, aggiungono i demodoxaloghi, con la visione metodologica della demodoxaloga Antonella Liberati, esplicitata in una puntata del corso online di demodoxalogia sul sito www.opinionepubblica.com, che possiamo completare racchiudendo l'indicazione nelle quattro facce della dimensione della moneta (faccia, retro, lega della sostanza e, infine, valore dell'oggetto).
(*) Per analogia si pensi al contrasto fra il nostro modo di pensare e il nostro modo di agire postulato da Max Nordau ne Le menzogne convenzionali della nostra civiltà (collana biblioteca universale Curcio, Milano 1950).
(7 - continua)
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