lunedì 22 ottobre 2012

Segnalazioni

Sabato scorso il quotidiano la Repubblica (foto sopra) ha intervistato Francesco Maria De Vito Piscitelli, cinquanta anni, due mesi di carcere, l'imprenditore indagato per i fatti di corruzione. L'affarista ha vuotato il sacco al magistrato inquirente e si è sfogato con il giornalista de la Repubblica su dieci anni di tangenti ai politici di ogni colore, per ottenere gli appalti. Riportiamo qualche frase tratta dal giornale:
"A Natale, Pasqua e Ferragosto i parlamentari italiani battono cassa. Un assedio, spegnevo il telefonino. [...] Mi dissero l'Auditorium di Firenze deve andare a Cerasi, lo vuole Veltroni. Quello di Isernia a un uomo vicino a Di Pietro. [...] Nell'ufficio di Anemone ho visto un tavolone con sopra milioni di euro. Da lì venivano i soldi per la casa di Scaiola. [...] Guido Bertolaso è un megalomane. Con la sua fama si vendeva per appena 50mila euro, quella era la sua tariffa. [...] Il magistrato della Corte dei Conti Antonello Colosimo mi ha taglieggiato dal 2004 al 2008. Ha preso tangenti del 15% [...] Angelo Balducci nei cnque mesi di carcere ha ricevuto settanta parlamentari, una processione. [...] Nel 1992 la politica chiedeva agli imprenditori denaro, ma dava benefici. Oggi la politica, e alcuni funzionari potenti, chiedono denaro per non farti male. E' il pizzo. Solo io ho pagato tangenti per un milione e adesso sono con il culo per terra"
Nello stesso giorno il quotidiano romano Il Tempo, in prima pagina, ha ricostruito la vicenda del finanziamento della regione Lazio ai gruppi consiliari giungendo alla conclusione che tutti sapevano, volevano ed accettarono: la commissione che preparò i provvedimenti, la giunta che li controfirmò e il consiglio regionale che li approvò. Tutti i partiti e tutti i consiglieri.

Domenica 21 nella trasmissione Omnibus de La7tv è emerso che per nominare un dirigente amministrativo in un comune occorre il benestare del ministero dell'Economia. E' una diminuzione, secondo i sindaci, del processo democratico delle autonomie locali che dovrebbero decidere e rispondere ai propri cittadini degli atti compiuti.