Come spieghiamo nelle puntate sulla demodoxalogia tutti gli eventi, naturali e sociali, sono soggetti a due costanti K: la ciclicità e la sedimentazione; gli esseri umani e gli animali evoluti hanno in comune un'altra costante: l'imitazione. La politica, essendo un prodotto della pluralità umana, è pertanto soggetta a tutte e tre le costanti, da cui discende che - nonostante la volontà dei singoli individui - i percorsi si formano nel tempo attraverso la compenetrazione delle tre variabili, tracciando una road map creata dalla maturazione delle istanze sociali. Sulla scorta di quanto asserito possiamo dire che, salvo improbabili eventi eccezionali, la politica italiana nei prossimi mesi e anni ha un cammino con poche alternative. Vediamo il perché:
- per la K della ciclicità il cosiddetto sentiment degli elettori oscilla ciclicamente da una parte all'altra: dopo aver provato una parte politica il responso elettorale premia l'altra parte: la misura del consenso varia in base alla maggiore o minore delusione che si ha rispetto al precedente voto e all'aspettativa che si pone nell'altra formazione politica.
- per la K della sedimentazione ogni novità scientifica o social-culturale ha bisogno di vari passaggi prima di essere accettata come prassi comune: fin dai tempi della convention del Lingotto Walter Veltroni cercò di spostare la sinistra su posizioni di centro aprendosi ad una alleanza di governo con l'avversario Silvio Berlusconi: la campagna per le primarie di Matteo Renzi non è stata altro che la riproposizione, questa volta accettata da circa un terzo dei democratici di sinistra, dei punti qualificanti di Veltroni. E' la sedimentazione che ha fatto il suo effetto. Così come sta prendendo corpo tra gli elettori l'accettazione di due grandi blocchi politici, frastagliati al loro interno, relegando a minoranze inconsistenti le rimanenti formazioni. Blocchi che, come in Usa, lottano per designare il loro candidato a premier; nel Pdl la questione è sentita ma ancora nebulosa per l'incertezza di Berlusconi. Sempre a causa della sedimentazione tra gli ex comunisti si è aperta una revisione storica sul marxismo e una comprensione verso le istanze liberali, di pari passo con le aperture della società cattolica-borghese verso il vituperato pericolo rosso, con l'accettazione prima di un ex comunista al Colle (Giorgio Napolitano) e poi di Pier Luigi Bersani alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
- per la K dell'imitazione il popolo si è sempre fatto guidare da un messia, un capo, un'eroe, un dittatore, anche quando stava andando verso il precipizio. Gli elettori non scelgono in base al programma ma in base al numero, frequenza e gradibilità degli input (suggestioni) su questo o quel leader.
Stante quanto sopra il gioco è fatto: il Pd sarà il primo partito (pur non vincendo) e Bersani andrà a palazzo Chigi ma Mario Monti sostituirà Napolitano. C'è l'incognita della legge elettorale che potrebbe spingere verso l'astensione o far recuperare a Beppe Grillo i consensi che è destinato a perdere nei prossimi mesi. Inoltre c'è l'incognita su quale sarà il secondo e terzo partito: per ora ad eccezione di Grillo tutti gli altri (compresa la ventilata formazione di Luca Cordero di Montezemolo), chi più, chi meno, sono intorno al 10%.