lunedì 7 gennaio 2013

Destra e sinistra

Il presidente del Consiglio dei ministri uscente, Mario Monti, ha deciso (dopo un anno di prova) di salire sulla carrozza della politica nella convinzione che le categorie di destra e sinistra non esistono più, in quanto sostituite dai conservatori e progressisti. Ove nei conservatori potrebbero esserci (e ci sono) una maggioranza di estremisti di sinistra e tra i progressisti qualche borghese illuminato come ai tempi dell'unità d'Italia.  Già il cantautore Giorgio Gaber, nel secolo scorso, ci ammoniva "Cos'è la destra, cos'è la sinistra? Dove va la destra, dove va la sinistra?" percependo la frantumazione della società.
Sulla scia di autorevoli studiosi del tempo, sul numero 84 anno V del 14 maggio1988 della rivista Sapere duemila, edita dal compianto Angelo Ruggeri un editore, ex sindacalista, autenticamente progressista che credeva nello sviluppo della cultura l'arma politica e il fattore di progresso sociale ed economico, scrivemmo:
"Nel mondo che cambia si assiste ad uno spostamento storico delle concezioni politiche e dell'idea delle classi sociali. E' la sinistra, oggi, a difendere la tradizione e ad ancorarsi alla situazione così come è (difendendo i posti di lavoro anche se improduttivi) mentre la destra, con un giro di boa,  cerca nell'innovazione la possibilità di recuperare il perduto prestigio. La situazione si riflette anche nei rapporti fra sindacato dei lavoratori ed imprenditoria: nella società post-industriale lo scontro fra le due classiche forze del lavoro sarà più sfumato e ci saranno molte possibilità di accordi di una parte con l'altra e di divisioni in seno allo stesso versante [...]"
Basta guardare alle recenti cronache per avere la conferma di quanto intravisto quattordici anni orsono: l'accordo di Cisl e Uil  con la Fiat escludente la Cgil, e le ali del Pd che guardano a Monti mentre quelle del Pdl hanno addirittura formato un nuovo partito che si riallaccia idealmente e nel nome alla destra più radicale (Fratelli d'Italia).
Ancora una volta abbiamo la conferma del percorso demodoxalogico del pensiero umano, così come presentato da Antonella Liberati (vedasi il post del 3 dicembre scorso Punti fermi): le novità culturali e tecnologiche sono all'inizio percepite da pochi per poi, con il tempo, divenire stereotipi.

Domani: Il senso dell'epoca.