Da Mario Monti ad Antonio Ingroia, da Silvio Berlusconi a Nichi Vendola e così via, tutte le altre formazioni politiche hanno scoperto la cosiddetta società civile da candidare in parlamento. Ove per società civile si intendono i rappresentanti delle associazioni, le categorie del lavoro e delle professioni, i personaggi della cultura, delle cooperative, etc. Benissimo, perfetto! Però a questo punto sorgono due domande:
- se ora i partiti si aprono alla società civile vuol dire che sinora in parlamento non erano presenti persone civili in rappresentanza della società?
- se la società civile è rappresentata dalle categorie anzidette non c'è nulla di nuovo nel panorama politico, avvocati, ingegneri, medici, sindacalisti, giornalisti, rappresentanti dell'imprenditoria, ecc. ci sono sempre stati negli scanni parlamentari e tutti appartenenti ai rispettivi ordini professionali o congreghe di tutela di interessi collettivi. A dire il vero sono stati presenti anche buffoni, attrici e commedianti ma a titolo personale, senza cioè appartenenze a profili professionali codificati, tuttalpiù ad improvvisate compagnie di merenda.
Che a questa o quella lista elettorale ci siano personaggi della società civile non sembra un segno di rinnovamento o garanzia della bontà dell'offerta politica. Ben altro chiedono gli elettori!