Da qualche parte abbiamo letto che è difficile capire come si comporterà un singolo individuo di fronte ad un avvenimento mentre è facile prevedere le reazioni di un agglomerato di persone; ciò fotografa in pieno le posizioni dei demodoxaloghi. Più è grande l'universo delle persone in esame e più è facile catalogarle e descriverne atteggiamenti e propensioni. Oltre a questo conta anche l'ambiente entro cui si muovono le persone in esame, pensiamo per esempio al diverso comportamento se si è in chiesa o al bar, sia nei momenti di partecipazione (preghiera o degustazione) come nei momenti di panico (precipitarsi verso l'uscita). In Demodossalogia ed opinione pubblica (edizioni Sidd, marzo 1998) abbiamo scritto:
"[...] gli sbocchi degli avvenimenti rispondono a delle costanti ove l'uomo incide solo per la parte che lo riguarda personalmente ma non sui fatti collettivi, date da situazioni createsi da effetti che sono anche cause, in quanto - secondo Dewey (*) - non accade nulla "che non sia parte di una corrente continua di eventi", perchè la vita sociale è il risultato di "forze all'interno di un più ampio contesto", come dice Lewin (*). Secondo i demodoxaloghi della Sidd (*) l'umanità è libera di agire come vuole ma pur sempre entro un vasto contenitore temporale-spaziale che ne delimita i movimenti e ne condiziona gli sbocchi, in quanto soggetta ad influssi e condizionamenti di forze preesistenti, immutabili e preponderanti. Nel raffigurare il cammino dell'umanità noi dobbiamo pensare ad una spirale in continua espansione (Ndr: vedasi la puntata del 16 ottobre scorso): un cerchio che girando sempre intorno ad un centro si sposta sempre più verso l'esterno, in spazi precedentemente vuoti; quindi con stimoli, vicende, aspetti, tecnologie sconosciute, ma pur sempre intorno allo stesso centro generando quella situazione del "non conosciuto", elaborata da Franco Rizzo (*), che è parte del nostro vissuto quotidiano complesso e contraddittorio. Un mondo in continuo movimento ove, secondo Beltrand Russel, cambiano le forme e le motivazioni ma restano immutate le pulsazioni e le finalità. Questa giostra genera cicli generati dalla contrapposizione delle forze in campo (dal peso dell'opinione pubblica) rilevabili nel momento in cui una parte della periferia (i nuovi stimoli) prende le distanze dal centro (la tradizione) per iniziare una nuova fase (ciclo politico, economico, culturale, ecc.).
Gli stimoli verso bisogni nuovi generano aspirazioni sostenute da movimenti d'opinione pubblica indotti (per interessi sociali, ideologici od economici) o spontanei quale effetto di una precedente causa. Negli usuali sondaggi campionari il ricercatore verifica le aspettative del campione (le motivazioni personali); nella inde (*) si misurano le aspirazioni: l'opinione di un particolare pubblico così come è da esso stesso percepito in raffronto all'opinione generale. Dal discostamento dei due parametri, nell'arco di un periodo di tempo, si ricava il movimento tendenziale dell'aspirazione di quel pubblico. In pratica, dopo un rapido controllo sui mass-media si interpellano i portatori d'opinione (i leaders) e quindi eventualmente dei campioni di pubblico (non della popolazione statistica), alla fine si riportano su grafici i risultati ottenuti mettendo l'argomento sotto monitoraggio. Nell'indagare sulle aspirazioni occorre fare attenzione nel porre il problema nella giusta direzione. Verificare quanti italiani o cittadini del nord Italia condividono le aspirazioni di secessione del senatore Umberto Bossi non ha senso, quello che conta è vedere in che misura crescono o diminuiscono i consensi intorno alle proposte della Lega da parte di quel pubblico che si identifica con i suoi potenziali o tradizionali elettori. Più aumenterà il peso dei sostenitori (la convinzione di un'aspirazione legittima e possibile) e maggiormente aumenterà il numero degli elettori leghisti. [...] Così come i sondaggi pre-elettorali non possono abbracciare un campionamento effettuato sull'intero territorio nazionale ma vanno svolti collegio per collegio essendo diverse le collocazioni geografiche, etniche, storiche, sociali e culturali e quindi con tradizioni, situazioni e aspirazioni diverse da luogo a luogo."(*) John Dewey filosofo e pedagogista statunitense.
(*) Kurt Lewin considerato il padre della psicologia sociale.
(*) Società italiana di demodoxalogia.
(*) in "Consenso ed istituzioni" edizioni Esi Napoli 1981.
(*) indagine demodoxalogica.
(22 - continua)
Domani: Quo vadis Bersani?
Giovedì: Il futuro di Casini.