martedì 8 gennaio 2013

Il senso dell'epoca


L'ordinanza sopra riprodotta altro non è che un paragrafo del regolamento della real marina del Regno delle due Sicilie (anno 1841) in cui si ordina ai marinai imbarcati sulle navi del Regno di fare "l'ammuina" in occasione delle visite a bordo delle alte autorità. L'ordine recepisce in pieno lo stereotipo di un frattale di popolazione così come culturalmente tramandato attraverso i racconti ed il folclore popolare, rispecchiando l'animo generoso, fantasioso, allegro ma inconcludente del popolo napoletano. Infatti l'ordinanza prevede che al comando "facite l'ammuina" (recitate una parte) i marinai che si trovano nella parte della prora (prua) della nave vadano nella parte della poppa (la parte posteriore di una imbarcazione) e viceversa, coloro che stanno a dritta (destra) vadano a sinistra e viceversa, coloro che si trovano in basso salgano 'ncoppa (sopra) e quelli che sono sopra vadano abbascio (in basso) passando tutti per lo stesso pertuso (porta). Per concludere "chi nun tien nient'a ffa, s'aremeni a 'cca e a 'lla", cioè chi non ha nulla da fare si inventi di fare qualcosa andando da una parte all'altra della nave.
Una barzelletta più volte raccontata dall'attore comico Walter Chiari (Walter Annichiarico) definisce il carattere di alcuni italiani: a Torino se ti offrono un caffè chiedono quante zollette di zucchero devono mettere nella tazzina, a Genova se ci vuoi anche lo zucchero, a Roma ti mettono accanto la zuccheriera, anche a Napoli invitandoti a mettere tutto lo zucchero che vuoi per poi accorgersi che la zuccheriera è vuota e lo zucchero è finito.
Gli studiosi della demodoxalogia  vanno alla ricerca degli scritti, delle satire, dei manifesti, delle opere artistiche e della produzione legislativa per capire il senso (lo stereotipo) di un'epoca e di un popolo racchiuso nello spazio-tempo di un particolare Ambiente, composto da un frattale (porzione) di territorio in cui vive una popolazione che sfrutta le risorse naturali (suolo, sottosuolo, flora, fauna, ecc.) e quelle umane dell'ingegno. Così come il maestro della disciplina Federico Augusto Perini-Bembo anticipò con la sua tesi (estate 1938) Giornalismo ed opinione pubblica nella rivoluzione di Venezia, esaminando il periodo dalla fine secolo XVII sino al 1849 i sentimenti e le azioni del popolo della Marca veneziana attraverso testi e illustrazioni tratte dai giornali dell'epoca, dai manifesti, canzoni, ordinanze, epistolari privati, raffigurazioni e recite. Una tesi che il relatore (il rettore della regia università di Perugia Paolo Orano) definì un'opera di mole " arricchita di testo, di documenti inediti e preziosi, nella vera e propria forma di una monografia storica di grande stile".  
Infatti è dalla vita quotidiana delle persone che si traggono le reali informazioni sulla cultura e la società nella loro naturale evoluzione attraverso un determinato tempo, più o meno lungo. Già abbiamo accennato (*), nelle scorse puntate, il passaggio dall'era agricola a quella mercantile e poi all'industrializzazione, per giungere all'odierna società post-industriale o dell'informatica; alla LXV Riunione della Sips svoltasi all'università di Cassino dal 3 al 9 ottobre 1999 abbiamo argomentato:
"[...] perchè l'esplosione della scienza moderna e della tecnica industriale sono una caratteristica degli ultimi due secoli? Alla giornata di studio su Biologia e società, svoltasi il 18 maggio 1999 alla facoltà di sociologia dell'università di Roma La Sapienza, abbiamo sostenuto che il pensiero sociale da una parte ha cercato i modi e i mezzi atti a consentire la sopravvivenza della razza umana e dall'altra l'appagamento della conoscenza e della eticità tramite spiegazioni consone alla misteriosità dell'ignoto. Una sorta di bipolarismo meccanicistico: uno materiale e l'altro spirituale. Più la sopravvivenza era legata alla produzione agricola e alla caccia e tanto più le ansie e le attese di una visione universalistica venivano affidate all'interpretazione prima degli eventi naturali, poi al percorso degli astri ed infine ai segni delle divinità; pertanto la materialità era data dalla Terra e la spiritualità dalle forze metafisiche. L'avvento dell'industrializzazione ha dato all'uomo la possibilità di produrre, con un maggiore apporto del capitale e del lavoro, i beni necessari ad una vita confortevole, lasciandosi alle spalle l'era fondata preminentemente sulla produzione agricola; la materialità è così passata dalla Terra alla capacità umana nel produrre i beni necessari e di conseguenza la ricerca della spiritualità o dell'armonia delle leggi universali si è spostata dalla metafisica alla fisica: cioè all'indagine sulla Natura attraverso la chimica, la fisica, la biologia. La stessa sociologia è infatti sorta come fisica sociale (Claude-Henri de Saint-Simon, Memorie sur la science de l'homme, 1813).

Ora siamo nell'era che ci porta verso il post-moderno ove l'uomo già si sente proiettato negli spazi una volta misteriosi e riservati alle divinità ed ai fenomeni celesti. Marte è a poche decine di anni di distanza dall'essere materialmente raggiunto dall'uomo e Vega è il punto d'incontro con l'ignoto. Se la materialità è passata dalla Terra all'Uomo e da questo nello Spazio, di converso la spiritualità dello Spazio è giunta al Corpo [Ndr: umano] passando per la Natura, rappresentata dalla biologia. [...]
La società agricola presupponeva la proprietà della terra che, col tempo, si è trasformata nel possesso del bene (proprietà=potere) senza più alcun legame con l'uso dello stesso ai fini della sopravvivenza. Mentre le ricchezze monetarie o i mercenari erano segni di potenza soggetti a volatilità, le case ed i feudi agricoli dimostravano visibilmente la potenza della casata; il patrimonio denota uno status sociale oltre che dare benessere, sicurezza e potere. La società industriale ha invece legato il potere alla produzione dei beni piuttosto che alla proprietà fine a se stessa favorendo le società commerciali e l'azionatario.(*) Oggi la supremazia è data dalla gestione del denaro (e non più dalla produzione dei beni) e dalle biotecnologie (l'industria del futuro). Tutti questi passaggi sono cicli storici che si sviluppano in conseguenza delle scoperte della scienza e dell'applicazione tecnologica ai fini economici. Noi siamo entrati nell'era che vedrà il predominio della biotecnologia con tutte le sue sfaccettature possibili: dalla filosofia alla medicina, dall'alimentazione alla fiction, e così via. Anche la spiritualità si caratterizzerà per una ricerca interiore alla corporeità. [...] Mentre sinora le mutazioni biologiche avvenivano, nel procedere dei millenni, per via naturale oggi abbiamo la possibilità di effettuare mutazioni genetiche controllate dall'uomo e dalla sua cultura, tramite le biotecnologie. L'Era che occuperà lo spazio-tempo degli anni duemila sarà talmente innovativa da non poter essere neppure paragonata all'era industriale, che - a suo modo - rappresentò una svolta sull'epoca precedente. Siamo ormai nell'era genomica con le sue dirompenti conseguenze sulla società. [...]"
(*) Vedasi la puntata del 20 dicembre Oltre l'orizzonte e quella del 16 ottobre La dilatazione demodoxalogica.
(*) Argomenti precedentemente svolti nella Inchiesta demodoxalogica sul post-industriale (1986) e in  Lineamenti di sociologia dell'emigrazione (1987).
(20 - continua)