sabato 10 agosto 2013

La grazia, presidente!

Signor presidente della Repubblica compia un atto di clemenza: dal dopoguerra l'Italia non ha conosciuto altro che fazioni in contrasto, anche violentemente, tra loro: oriente/occidente, comunisti/anticomunisti, fascisti/antifascisti, brigate rosse/brigate nere, democristiani/socialcomunisti, berlusconiani/antiberlusconiani, giustizialisti/garantisti e così via. Per il bene del Paese è giunta l'ora della pacificazione nazionale per chiudere un periodo travagliato della nostra storia, raggiungibile con un atto di grazia.
C'è un uomo che, per oltre ventanni, con le sue idee, la sua opera, gli scritti ed i discorsi ha segnato - in un verso o nell'altro - un solco profondo nella cultura e nella politica italiana; possiamo esacrarlo o idolarlo ma è indubbio che ha avuto e tuttora ha migliaia e migliaia di estimatori che si ritrovano sul medesimo versante ideologico.
Orbene quest'uomo è colpito da un mandato di cattura in seguito ad una sentenza che ha risentito del clima politico consentendogli, in un certo modo, di essere posto sul piedistallo alla stregua dei perseguitati dai regimi dittatorioriali così come accade, tanto per fare un esempio, a coloro che chiedono asilo politico in Francia o nei paesi del sudamerica.
Per ricompattare il Paese la concessione della grazia presidenziale sarebbe un atto di grandissima pacificazione e segnerebbe una svolta, anche costituzionale e giurisprudenziale. Coraggio presidente, Cesare Battisti (condannato in contumacia per concorso in omicidi) nel Brasile attende un segnale.