lunedì 23 settembre 2013

Abolire la difesa

L'ex ministro dell'economia della prima repubblica, Paolo Cirino Pomicino, sabato 14 settembre nella trasmissione Omnibus de La7tv, lo ha detto senza perifrasi: il taglio della spesa pubblica si può fare iniziando dal ministero della difesa. Centottantamila militari, un miliardo di spesa annua per le nostre missioni di pace all'estero su mandato dell'Europa, ecc. Se il mandato è europeo l'onere finanziario dovrebbe essere posto a carico dell'Europa e non sui singoli paesi.
Aggiungiamo che nella costituzione il nostro paese ha ripudiato la guerra, un decimo di militari è più che sufficiente per tenere in piedi un apparato in caso di pericolo, senza considerare la pletora di alti ufficiali a stipendio elevatissimo e contorno di benefit: dalla casa all'auto con autista, camerieri e accompagnatori delle mogli. Che dire poi dei costi triplicati a livello di mercato per l'aquisto di armi e vettovagliamenti?
Né si può dire che avremmo 180mila disoccupati in più in quanto le risorse risparmiate con l'adeguamento del ministero potrebbero influire positivamente sulla crescita delle aziende e l'occupazione. Quando poi non sarebbe addirittura meglio convertire il ministero della difesa belligerante nel ministero della difesa dalle ricorrenti calamità nazionali (alluvioni, terremoti e disastri vari).
Un altro ente inutile da chiudere, in quanto doppione che fa perdere tempo, è il Senato con il suo personale strapagato, per non parlare dei senatori. Basterebbe tenere in piedi un piccolo ufficio per particolari mansioni: biblioteca, archivio, ufficio studi di supporto ai parlamentari, ecc.