Non c'è solo Silvio Berlusconi a gridare la sua innocenza e ad aver paura dei giudici e delle carceri italiane. Come lui ci sono migliaia e migliaia di persone dentro e fuori dalle carceri tant'è che l'Europa ci ha condannato ad una forte penale. Marco Pannella da decenni agita il problema, inascoltato, con digiuni, visite ed esternazioni. Se la giustizia colpisce ingiustamente Berlusconi che ha a sua disposizione i mezzi finanziari per difendersi, oltre quaranta tra i migliori avvocati e il prestigio di essere stato il presidente del Consiglio dei ministri, cosa possono pensare coloro che hanno a che fare, per un motivo o l'altro, con la giustizia? Citiamo solo l'ufficiale dell'esercito Salvatore Parolisi accusato di aver ucciso la moglie sebbene innocente come da lui proclamato.
Migliaia sono i detenuti in attesa di giudizio da anni per piccoli reati, per furtarelli o modiche quantità di droga. Pochi per evasione contributiva o corruzione amministrativa, nessuno per falsificazione dei bilanci aziendali (sanabili con una sanzione monetaria!).
Ha ragione pertanto Amanda Knox, che dopo quattro anni di carcere è stata assolta in appello, a dire che non tornerà perché "essendo innocente l'Italia mi fa paura".
Berlusconi non è il solo a proclamarsi innocente ma gli altri, pur innocenti, in carcere ci sono stati o ci andranno. Ad esempio nei giorni scorsi - direttamente dall'Olanda - ha varcato i cancelli del carcere, ove era atteso dal 2007, un signore che non si è dichiarato innocente, il suo nome è Francesco Nirta: uno dei dieci latitanti mafiosi più ricercati.