Beppe Grillo, il comico che, per quei casi strani della vita, si è trovato a fare il capo di un partito pur rimanendo sempre comico ha detto una cosa giusta: i parlamentari saranno cacciati a furore di popolo sotto l'incalzare degli eventi, cioè il parlamento perderà importanza e dovrà essere riformato.
Sulla stessa linea è Matteo Renzi quando sostiene che il futuro che si avvicina sarà completamente diverso dal passato per cui la dirigenza politica e sociale del Paese, non essendo in grado di capire il nuovo, dovrà cedere il potere ai giovani.
Hanno ragione entrambi, se non sarà a breve entro una ventina d'anni al massimo i parlamenti di tutte le democrazie europee verranno riformati, in conseguenza della mutata tecnologia e delle nuove visioni sociali ed ideologiche che rappresenteranno un salto incolmabile con il passato. La direzione del mutamento è ancora confusa ma qualche punto fermo inizia, in tutti paesi occidentali, a delinearsi: politica dell'alternanza (anche in seno ai movimenti politici), una sola camera legislativa, diminuzione della centralità dei poteri, ricorso ai referendum popolari, riduzione e snellimento delle istituzioni nazionali, ricambi più veloci di accesso al potere, maggiore responsabilità alle giovani generazioni, una società multiculturale e etnica, ecc, prendendo esempio dagli Usa.
Grillo e Renzi si stanno posizionando per essere pronti nel momento in cui, quasi da un giorno all'altro, in modo repentino in conseguenza di un avvenimento imprevisto, l'Italia si troverà ad aver varcato la porta di una nuova era mondiale. Si candidano alla guida ma ancora non hanno le idee chiare e non presentano alternative risolutorie e programmatiche.
Domani: la rivalutazione di Cristo.
Domani: la rivalutazione di Cristo.