martedì 23 novembre 2010

Civiltà e globalizzazione

Nell'articolo Interpretare il cambiamento, pubblicato lo scorso agosto sul sito www.opinionepubblica.comGiulio D'Orazio ha scritto "che il passaggio da un'era all'altra non è segnato dal calendario astronomico: non avviene da un giorno all'altro. La nuova civiltà si interseca con la precedente mantenendone molte caratteristiche."
Comunemente si considera "civiltà" l'insieme di problemi che l'uomo, con la sua intelligenza ed esperienza, è riuscito a superare dal momento della sua comparsa sul pianeta Terra, e la civiltà di un popolo è spesso misurata con il livello raggiunto nel progresso scientifico, tecnologico, artistico.
Ma la civiltà per essere tale - e non barbarie - dovrebbe essere unita a una società in cui gli uomini possano vivere liberi, pur osservando le giuste leggi del paese che li ospita. Sarebbe poi auspicabile che tutte le nazioni, nell'ambito di un progetto di globalizzazione positiva, uniformassero non solo sulla carta ma concretamente i diritti e i doveri degli abitanti di questo Mondo: dai regnanti ai sudditi, dai presidenti ai comuni mortali. Ma non sarebbe completa civiltà e non vi sarebbe il vero progresso se a queste leggi terrene unificate non si unissero le leggi della Natura, della quale, come scrive Franco Alberti nel libro Terra avvelenata, guasti e rimedi (Stampa Alternativa Editrice, Union Printing, Viterbo 1987), si dovrebbero rispettare i ritmi e i cicli biologici, e che l'uomo dovrebbe adottare un modello di vita razionale, basandosi su uno sviluppo limitato in un mondo che è limitato. E' questo un concetto basilare della Demodoxalogia, scienza ed insieme arte che sarebbe in grado di analizzare i fenomeni e prevedere eventi futuri anche considerando i parametri Spazio/Tempo e quelli ambientali Popolazione/Territorio/Risorse [NdR: divulgati per la prima volta dalla Sidd nel libro Elementi di Sociologia dell'emigrazione, 1987].
Nei convegni politico-economico-sociali si parla spesso di cosiddetto "Sviluppo sostenibile", ovvero il tentativo di conciliare il progresso con la tutela dell'ambiente, cosa che raramente si traduce nella pratica quotidiana, poichè si vanno a toccare interessi e privilegi privati e pubblici consolidati. Ma in questo modo, purtroppo, si globalizza il negativo e quindi la "inciviltà".
Alcune analisi e soluzioni di questi problemi sono contenute anche nei libri Ortani dello Scrivino Ortano, al secolo Mario Vitantoni, di cui si è molto parlato sul sito opinionepubblica.com . In detti libri è scritto in sostanza che dal 1975 è iniziata una nuova era, chiamata Era Oro, che durerà seicentomila anni, durante la quale si formerà una nuova "civiltà" fondata sulle Nuove Leggi riportate sugli stessi libri, ma in modo graduale, intersecandosi con la precedente, come ha osservato D'Orazio. In essi si conferma anche la teoria demodoxalogica PTR, ovvero che per mantenere il giusto equilibrio ambientale sul pianeta Terra è necessario tenere conto della Popolazione, del Territorio e delle Risorse, cominciando da una politica contingente di limitazione delle nascite, se non di fermo totale, in particolare nelle nazioni sottosviluppate ma anche nei paesi opulenti, attraverso qualsiasi mezzo e metodo di prevenzione, e ove necessario applicando la pratica dell'aborto nelle forme legali e igieniche.
Per quello che riguarda il progresso compatibile con l'ambiente, nei citati libri è scritto che la Natura crea da sempre nello stesso modo ma è lo scienziato che, se si ritiene "civile e globalizzato positivamente", dovrebbe rispettare le leggi della Natura in modo da non provocare scompensi alle forme create umane, animali e vegetali e danni alle terre, ai mari, all'aria, altrimenti avviene un rigetto automatico da parte della Natura stessa, i cui segni distruttivi cominciano a vedersi qua e là sul pianeta Terra. Il segno più evidente è quello che nei libri Ortani, già dal 1966, era previsto e chiamato "Miscelo delle stagioni", con tutte le conseguenze negative a breve e lungo termine. (scritto da Roberto Canali)