Il popolo è credulone, crede in tutto quello che gli raccontano o ascolta dalle altrui conversazioni. E' stato abituato, sin da bambino, all'ascolto ripetitivo delle favole, cioè racconti fantastici (con fate, draghi, animali, ecc.) creduti veri sino ad una certa età. Da quel momento in poi la favola, come la Befana, rappresenta un'utile finzione per l'appagamento materiale (regali) o psicologico (evasione nella fantasia) ma ha anche generato un'inconscia tendenza alla credulità, per cui se un bel giorno un'autorevole scrittore sostiene prossimo l'incontro con gli estraterrestri o un giornalista intervista il resuscitato bandito Salvatore Giuliano c'è sempre una moltitudine di persone disposta a crederci, con più o meno slancio. Questo perchè ci hanno inculcato dalla nascita a credere nelle favole, all'impossibile. Se dalla fantasia di un'antico scrittore emergono le storie dell'"arca dell'alleanza" o del "santo graal", basta il rinvenimento di un coccetto di anfora per gridare alla scoperta dell'antico tesoro. Così come da millenni si crede che qualcuno possa camminare sull'acqua o di essere collocati, dopo morti, in un luogo di beatitudine, come a compensare le sofferenze patite in terra. E' il magico gioco delle favole che non ci lascia mai!
Ma anche nella vita di tutti i giorni crediamo alle favole perchè hanno un finale lieto e ci aiutano a superare le traversie quotidiane, solo che le chiamiamo in altro modo: cronaca, politica, religione, cultura, ecc. Secondo John Kenneth Galbraith (Sapere tutto o quasi sull'economia, Mondadori editore 1979) "se la gente non si fa con cognizione di causa delle opinioni sue, se non le rende pubbliche, lascia tutto il potere nelle mani di chi capisce, o fa finta di capire o crede di capire [...] non è presumibile che le previsioni ufficiali in campo economico siano esatte, dicono soltanto quello che i governi si augurano che accada." Secondo Galbraith il popolo è sottoposto al potere manipolativo degli esperti: "Per i bambini gli esperti sono soprattutto i genitori; per gli studenti sono gli insegnanti o gli autori dei libri preferiti; la persona religiosa si affida ai preti, ai pastori, ai rabbini; lo scienziato ad altri scienziati specializzati nel suo campo", ove le opinioni degli esperti o delle autorità "ben di rado vanno contro gli interessi di quelli che le prendono [le decisioni] o di quelli che costoro rappresentano."