I giovani del Partito Democratico chiedono la testa della nomenclatura (l'oligarchia dei dirigenti nazionali), il candidato di Niki Vendola, l'avvocato Giuliano Pisapia batte nelle primarie di Milano, per la scelta del candidato a sindaco della città, il nominativo proposto dalla segreteria nazionale (la nomenclatura). C'è qualcosa che non va in seno al partito oppure è il normale percorso della storia? Una vicenda che potrebbe ripetersi anche nei riguardi di Sivio Berlusconi.
Sin dalla fine della guerra il popolo comunista è stato educato a credere e sperare in un radicale cambiamento della società sbilanciato verso la classe operaia, con il tempo i gerarchi del partito (sempre gli stessi) si sono imborghesiti, qualcuno dichiara di essere stato sempre un "liberale", e - soprattutto - nel periodo dei governi di centro-sinistra l'atteso cambiamento della condizione operaia non è avvenuto: una cosa è promettere ed un'altra governare. La stessa cosa sta avvenendo con Berlusconi, è partito annunciando una rivoluzione liberale che non è stato in grado di attuare, anche a causa delle difficoltà economiche mondiali: il suo popolo, composto perlopiù da categorie economiche (bottegai, piccoli imprenditori, professionisti, artigiani, ecc.) è in sofferenza e guarda verso la Lega e, in minima parte, verso una nuova destra liberare ed europea.
Il fatto è, con il senno di un poco di psicologia sociale, che qualsiasi elettore ha delle aspettative basate sulla soddisfazione dei propri bisogni e di ipotetici valori da condividere con gli altri. L'agglomerato di più elettori (dal clan famigliare a quello di categoria o di territorio) con le stesse aspettative personali sviluppa le aspirazioni collettive di un determinato pubblico che assorbe mediamente le singole aspettative (bisogni e valori). Se il partito o il candidato, nel tempo, deludono le attese degli elettori, appena si presenteranno delle novità (scesa in campo di nuovi personaggi con le stesse promesse) il flusso elettorale muterà direzione.
E' questo il motivo per cui il popolo di sinistra si sposta agli estremi, verso Vendola o addirittura verso il centro, scavalcando i moderati del Pd.
Siamo nel periodo storico della grinta, nella politica come nella vita quotidiana, l'esempio viene dalla tv: emergono l'aggressione e il turpiloquio per mettersi in mostra: quello che conta è apparire, anche nei casi di cronaca nera!
Lo stesso Antonio Di Pietro dopo i successi, dovuti quale fustigatore dei costumi, inizia a perdere consensi perchè è sulla scena da troppo tempo senza aver vinto la battaglia, ma soprattutto perchè siamo in presenza di nuove promesse annunciate da affabulatori riciclati Gianfranco Fini e Beppe Grillo. Ma il popolo, dopo aver segnalato la sua insoddisfazione con l'astensione, sta ormai cambiando le singole aspettative (basate sui problemi contingenti della famiglia, quindi restringendo il campo) e i valori (aprendosi a nuove concezioni di bioetica, eutanasia, famiglia, patria, religione, ecc.). Vuole partecipare, decidere, vedere la realizzazione delle riforme; chi saprà cogliere il mutamento?