lunedì 15 novembre 2010

Elaborare previsioni attendibili

Nel primo bimestre del 1984 l'occupazione nell'industria calò del 5%, tra disoccupazione palese e mascherata ci furono tre milioni di disoccupati (di cui oltre 1.700.000 giovani). "E' proprio impossibile una politica per il lavoro?" si chiese il Manifesto del 22 maggio mentre su Stampa Sera si sostenne che sui giovani si facevano tanti convegni ma si creavano pochi posti di lavoro. Quanto sopra emerge sfogliando la rivistina Sapere 2000 del 19 giugno dello stesso anno. Dopo venticinque anni non sembra che le cose siano cambiate, eppure anche allora si prospettarono idee, problematiche e soluzioni; come risulta dal seguente brano ripreso dall'editoriale della citata rivista:
"La riduzione dell'orario settimanale a 35 ore è una delle ipotesi per creare posti di lavoro, ma così non si determinerebbe una spinta massiccia verso il doppio lavoro, in particolare nero? Che garanzie esistono che i nuovi occupati siano attinti al serbatoio dei giovani, dei disoccupati, delle donne che necessitano di lunghi e costosi periodi di formazione e di apprendistato?, ha sostenuto Salvatore Sechi. 
Un progetto governativo assicura l'assunzione di oltre 100 mila giovani nella pubblica amministrazione ma Maurizio Tortorella ha prospettato le seguenti obiezioni: 1) al di la del problema di trovare 100 mila scrivanie e seggiole quali sono le reali necessità dello stato? 2) si è tenuto conto del devastante effetto che si avrebbe sul bilancio e sull'inflazione? 3) basteranno i corsi ad hoc a qualificare i giovani? 4) non è meglio modernizzare lo stato con terminali chips e archivi elettronici?
Un'alternativa è rappresentata dai contratti di solidarietà intesi a far lavorare insieme vecchi e giovani, 20 ore ciascuno la settimana. I vecchi sarebbero coloro che entro un anno sono destinati al pensionamento, i giovani coloro che potrebbero compiere una specie di apprendistato a fianco di operai esperti (senza bisogno di costosi e lunghi corsi di formazione). Con questa escamotage, secondo la Cgil, in Lombardia si potrebbero creare 90 mila posti. Del resto, ha detto  Felice Mortillaro, è dubbio che nel futuro si facciano ancora contratti collettivi, gli imprenditori sono per la decentralizzazione.
Tutte problematiche complesse che, la nostra organizzazione sociale, il modo frammentario di affrontare le cose, gli indirizzi spontaneistici ed emotivi, ci consegnano impreparati ad una futurologia che esige strumenti matematici e computerizzati che elaborino anche previsioni attendibili sui principali mutamenti che avverranno (la teoria dei 7 modelli di Renè Thom e Christopher Zeeman)."
Come si può evincere da quanto riportato (appena un brano) la caratteristica della rivista, che è poi il metodo demodoxalogico, fu quella di ascoltare i pareri delle persone informate, degli studiosi, nei più diversi campi e collocazioni sociali. (in redazione: Roberta Quattrocchi, Donatella Tocchio, Giuliana Cipriani, Oscar Marchisio, Flavio Ceneda, Mauro Covino e Antonietta Casano / 3 - continua).