All'inizio i sondaggi dell'opinione pubblica venivano utilizzati dai fabbricanti o venditori di merce per conoscere il gradimento dei consumatori, poi entrarono nel calderone politico (prima in Usa e dopo decenni nel resto del mondo) per prevedere il probabile esito elettorale. Oggi, in Italia, anche i parlamentari più riottosi si affidano al responso campionario, così come molti cittadini all'oroscopo. Con una differenza: per i politici i risultati del sondaggio rappresentano l'opinione pubblica, pertanto se l'opinione è pubblica (vox populi) non può essere altro che quella della maggioranza del popolo!
"Con l'opinione pubblica a favore tutto riesce, con l'opinione pubblica contraria tutto fallisce", disse salomonicamente Benjamin Franklin e da allora i pareri della gente sono stati equiparati al giudizio divino. Perbacco, se l'opinione del popolo è così importante non si può che tenerne conto, ed ecco la nascita prima dei sondaggisti, poi dei comunicatori ed infine (sino ad oggi) degli analisti dell'opinione pubblica. Ove per opinione pubblica si intende qualsiasi gruppetto di quattro gatti, prezzolati dall'agitatore di turno, con bandiere e striscioni inneggianti a questo o quello, magari davanti ad una rete televisiva. Basta mettersi in mostra, agitarsi e sostenere di rappresentare l'opinione pubblica rimasta a casa, qualcuno si unirà agli scalmanati e il gruppo ingrosserà le sue file. Diceva lo scrittore Pitigrilli: se per strada un pedone e un automobilista litigano la gente prende le parti dell'uno o dell'altro senza aver visto o conoscere la causa del diverbio, finchè qualcuno darà un'ombrellata in testa all'autista. Sono gli impulsi irrazionali dell'individuo quando si trova insieme ad altri.
Ma quella sinora descritta non è opinione pubblica è l'opinione di persone che si trovano - per caso - in quel luogo, tempo e modalità di circostanze (passanti, claqué, compilatori di questionari, ecc.). Una pluralità umana con valori, bisogni e aspettative diverse che esprime un'opinione, spesse volte su argomenti che non conosce o non gli interessano. Secondo i demodoxaloghi tali opinioni non rappresentano l'opinione pubblica, anche se riconosciamo che in politica qualche volta il trucchetto funziona, come dal seguente ipotetico esempio (frase di circostanza per dire che i casi somigliano alla realtà).
Sapendo quanto i parlamentari sono sensibili alla cosiddetta opinione pubblica, un Tizio che vuole fare pressioni per accelerare, far decadere o proporre emendamenti ad una proposta di legge in discussione che potrebbe influire sui suoi interessi economici, sollecita quattro o cinque Logge Massoniche o altrettante sedi di associazioni industriali, ubicate nel territorio dell'operatività del parlamentare, a far inviare dai propri soci lettere ed appelli pre-fabbricati. Seguirà, poi, la richiesta di un'incontro con una delegazione di elettori. Per proposte di ambito territoriale o categoriale, non concordate fra gruppi parlamentari, il gioco il più delle volte riesce. In questo caso siamo in presenza di opinione pubblica o opinione di parte? Mistificazione o prassi politica? Quale è la differenza tra i cosiddetti sondaggi telefonici (sub-appaltati ad operatori) e la creazione a tavolino di opinioni di pressione?
Da anni la docente universitaria ed analista Mascia Ferri sostiene la necessità di un nuovo strumento operativo per un approccio "scientifico" [NdR: quindi euristico] al concetto di opinione pubblica, oggi divenuto strumento di manipolazione. La Ferri si ritrova in linea con i demodoxaloghi della Sidd quando afferma che l'opinione è il risultato di relazioni (Kurt Lewin diceva "più forze") fra eventi storici, economici, politici, sociali e psicologici. Ha proposto anche un nuovo termine: opinione sociale (già usato da Robert K. Merton in Teoria e struttura sociale, il Mulino 1970, da pag. 772) per distinguerla da quella opinione pubblica che la demodoxalogia identifica e rileva negli agglomerati umani "omogenei" (i vari pubblici), uniti da una o più circostanze di fatto "persistenti".