lunedì 8 novembre 2010

Sapere duemila

Dal 21 aprile 1984 al 5 novembre del 1988 ho avuto il piacere di dirigere una rivistina culturale mensile, voluta da un editore "puro" di sinistra: Angelo Ruggieri. Che vuol dire puro? Che non aveva altri interessi al di fuori dell'editoria e che, di conseguenza, viveva con gli introiti delle pubblicazioni. Tant'è che la rivista, come la casa editrice, ebbe una vita grama: non compensò le spese di stampa appagandosi della diffusione delle idee nel campo della scuola, della magistratura e del sindacato.
Per l'editore e i suoi collaboratori essere una pubblicazione di sinistra significava trattare argomenti come l'immigrazione, la condizione giovanile ed operaia, il punto di vista al femminile, la povertà ed altri aspetti di una società in fermento e protesa verso il futuro. La redazione non si occupò mai di ideologie o manovre politiche lasciando ai collaboratori la piena libertà di esporre le loro opinioni. Il comune nesso che legava i redattori (quasi tutti studenti del corso di demodoxalogia aspiranti giornalisti) era lo sguardo rivolto verso il futuro. Non per nulla la rivista era intitolata  Sapere 2000 e in copertina riportava due volti che si confrontavano riunendosi in un calice raffigurante l'anelito al sapere, come a rivitalizzare le domande che già furono di Clemente d'Alessandria: chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo? La rivista non contribuì a migliorare la situazione economica della casa editrice ma ebbe molti consensi ed incoraggiamenti per le idee che diffondeva. Dopo mediamente venticinque anni posso dire che la situazione, sul piano sociale, non è mutata e molti dei servizi pubblicati nei tre anni e mezzo di vita hanno ancora la loro attualità.
La rivistina fu una libera palestra per futuri giornalisti pubblicisti e un utile strumento per coloro che poi si appassionarono agli studi sull'opinione pubblica, sino a condividere in seno alla Sidd il cammino che ha allargato le prospettive della disciplina e i campi d'indagine. Ritengo pertanto utile, a futura memoria demodoxalogica, ripercorrere (a puntate), per coloro che si sono accostati recentemente al nuovo percorso della Sidd (Società italiana di demodoxalogia), i passi più significativi di quanto allora divulgato:
"Ognuno è convinto di aver trovato la soluzione giusta, di distinguersi dagli altri, di essere indispensabile. Le nostre ambizioni sono più modeste: indagando sui quattro filoni [...] avremo la possibilità di capire le novità che emergono e quali scenari il futuro ci stia preparando. Potremo collegare i bisogni con le aspettative e le risorse, l'adeguarsi del costume con l'evoluzione della tecnica, dell'economia e delle conseguenti esigenze, la modifica del diritto alle mutate condizioni storico-sociali, le nuove teorie filosofiche che accompagnano sempre l'avanzare della scienza. Potremo prendere atto della relatività degli avvenimenti, della necessità di una perenne informazione nel quadro dell'educazione permanente, e di migliorare i nostri concetti e modi di esprimerci."
(dalla presentazione, 21 aprile 1984, in redazione: Tullio Giannotti, Roberta Quattrocchi, Donatella Tocchio, Antonietta Casano, Mauro Covino, Tiziana Aiello, Flavio Ceneda) [1 - continua]