mercoledì 24 novembre 2010

Potere ed ideologia

La rivistina culturale Sapere 2000 del settembre 1984, edita a Roma da Angelo Ruggeri, affrontò le metamorfosi del potere e dell'ideologia. Affrontammo il "non conosciuto" teorizzato da Franco Rizzo in Consenso ed istituzioni (edito da Esi, Palermo 1981) per rintracciare una cultura in frantumazione e prepararsi a vivere un modo nuovo di vedere e comportarsi, di cui non si aveva ancora una lucida conoscenza ma solo un confuso presentimento.
Un processo basato sui nuovi rapporti, sull'enorme peso delle comunicazioni di massa e sulla crescente invadenza delle simbolizzazioni. Partimmo da Machiavelli con la sua distinzione di fortuna e virtù, secondo cui metà delle azioni umane sono determinate dal caso e l'altrà metà dagli uomini, per giungere al "teorema di Thomas" (se gli uomini definiscono certe situazioni come reali esse sono reali nelle loro conseguenze, quindi la profezia si avvera) dopo esser passati per le indicazioni di Daniel Bell sull'avvento dell'anno duemila e l'interpretazione ciclica della storia (L'anno duemila, Mondadori editore 1968). Un futuro ancora basato sulle aree periferiche che invadono tecnologicamente le aree centrali finchè queste ultime non diventano anch'esse periferiche.
Secondo Max Weber ogni attività umana può considerarsi economica, ma - specificammo - che ogni azione umana è giustificata da spiegazioni culturali. I progetti politici danno sostanza ai partiti, ai sindacati, ai governi e agli stessi stati. L'illuminismo è sfociato nella rivoluzione francese, il marxismo in quella russa, i nazionalismi hanno creato gli stati nazionali  ed il welfare state ha sanzionato l'intervento sociale. Le crociate, l'inquisizione, le lotte in Irlanda o Libano avvengono in nome di principi ideologici. L'ideologia legittima governi e situazioni di potere ma muta secondo i vari cicli storici che, a loro volta, racchiudono le lotte per l'esistenza (la lotta di classe) con l'evoluzione della scienza e della tecnica che completano l'incastro. La prima guerra mondiale non solo ha posto termine alla belle époque ma ha distrutto la struttura politica e morale dell'Europa, con la seconda guerra sono cambiati i modelli di consumo, i comportamenti e il concetto di proprietà.
Tra le altre cose l'editoriale di Sapere 2000 citava le previsioni di Alvin Toffler: le divisioni di classe si infrangono e la gente considera se stessa non come facente parte di un gruppo omogeneo ma come individui differenziati, ciascuno coi propri bisogni e desideri, aumentando il disinteresse per la politica e le ideologie.
Dopo venticinque anni possiamo dire che la demodoxalogia, attraverso il metodo "inde", ha saputo precorrere i tempi con le sue rilevazioni statistiche basate non sull'indistinto "universo campionario" ma nell'individuazione dei singoli pubblici, come aggregato stabile di individui con le stesse aspettative. (8 settembre 1984, in redazione Manuela Tulli, Roberta Quattrocchi, Flavio Ceneda e Mauro Covino 4/continua)